Confronta nella pagina Grappe e acqueviti di Trovaprezzi.it le migliori offerte sul mercato. La grappa è ottenuta a partire dalla distillazione di bucce e vinaccioli, l’acquavite è realizzata attraverso la filtrazione dell’uva intera. Per scegliere al meglio ci si può basare sull’invecchiamento della bevanda, con le alternative giovani, dal gusto forte, e quelle mature, più aromatiche e dolci. Altri elementi da valutare sono la complessità strutturale e la robustezza, oltre che il tipo di utilizzo (da soli o come base per cocktail).
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Acqueviti e grappe si distinguono a seconda del tipo di materia prima utilizzata. Nella categoria delle acqueviti, allora, possono rientrare numerose specialità, dal brandy al cognac, dal calvados al kirsch. Per quanto riguarda la grappa, ci sono quelle aromatizzate e giovani, barricate o stravecchie.
Per gustare appieno le grappe e le acqueviti generalmente si consiglia di utilizzare il cosiddetto tulipano, caratterizzato da stelo lungo, corpo bombato e bocca stretta. Questa configurazione esalta gli aromi e la struttura della bevanda, amplificandone le proprietà e le caratteristiche peculiari. Una soluzione adatta soprattutto ai blend giovani, ma che dà soddisfazione anche con altre tipologie di distillati.
I brand impegnati nel settore sono numerosi. Il mercato accoglie infatti i distillati prodotti, tra gli altri, da Marzadro e Fratelli Branca, Nardini e Zedda Piras, Berta e Bonaventura.
Grappe e acqueviti costituiscono spesso una sintesi di tradizioni secolari, legate a specifici territori di appartenenza. Una dinamica che accomuna questi distillati a produzioni eccellenti come spumanti e prosecco e altre tipologie di vini. Per scegliere al meglio, la prima informazione da avere bene in mente è conoscere che differenza c’è tra acquavite e grappa. In buona sostanza, con il primo termine si identifica la bevanda realizzata a partire dalla fermentazione dell’uva intera, completa di mosto e vinacce. La grappa è invece ottenuta a partire dalla distillazione di bucce e vinaccioli di uva fresca. Entrambe le alternative fanno parte dei distillati, che si identificano a seconda del tipo di materia prima utilizzata. Ecco che i distillati di patata danno vita alla vodka, quelli di cereali il whiskey, quelli di bambù il soju e così via. Una volta compreso ciò, per procedere nella scelta ci si può basare su tanti parametri differenti. Tra i più utilizzati c’è l’invecchiamento, che nella maggioranza dei casi avviene in botti di legno. Le bottiglie giovani, da 6 a 12 mesi, presentano un colore chiaro, mentre quelle mature di norma sfoggiano tonalità più ambrate. Anche il gusto cambia, con i distillati recenti che generalmente rivelano un gusto forte, adatto a essere impiegato come base per cocktail. Col passare del tempo, il carattere si fa più delicato e aromatico, per prodotti capaci di essere degustati al naturale, senza essere mischiati con altre bevande. Un ulteriore elemento che può tornare utile nella scelta è l’analisi di robustezza, complessità strutturale e dolcezza. Si tratta di fattori spesso accessibili dopo una prima degustazione, motivo per il quale è necessario valutare attentamente ogni bottiglia prima di lanciarsi nell’acquisto.
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