Fra i marchi del made in Italy enologico più conosciuti a livello internazionale, Berlucchi ricopre un posto d’onore. Bollicine della Franciacorta per eccellenza, quelle di Berlucchi sono apprezzate anche nelle grandi occasioni ufficiali. Non è un caso, infatti, se durante la premiazione de “La grande bellezza” agli Oscar 2014 è stato bevuto proprio uno spumante Berlucchi. Le ragioni di questo successo sono tante e si legano strettamente alla lunga storia dell’azienda di Corte Franca ed ai tanti vini spumanti di qualità prodotti, partendo dal Brut '61 per arrivare all’eccelso Palazzo Lana Extrême. Interessante è tornare a ritroso nel tempo per mettere in luce l’evento che ha dato vita a tutto. Agli albori dei anni ‘50, Guido Berlucchi è un elegante gentiluomo di campagna che possiede vigne in Franciacorta e ama produrre vino. Franco Ziliani, invece, è un enologo di grande talento, deciso a portare una ventata di novità nel mondo vitivinicolo. È nel 1955 che i due si incontrano, ponendo le radici di quella che sarà la rivoluzione dei vini spumanti italiani. Ziliani è intenzionato, infatti, ad adottare lo stesso metodo di vinificazione impiegato per gli Champagne. Berlucchi, dal canto suo, dà carta bianca al pionieristico progetto, mettendo a disposizione le viti di famiglia. Dal fruttuoso sodalizio, cui si aggiunge anche l’assicuratore Giorgio Lanciani, nasce il primo vino spumante Metodo Classico lombardo. Siamo nel 1961 e il prodotto prende il nome di Pinot di Franciacorta. Negli anni a seguire, tante nuove proposte vinicole sono lanciate da Berlucchi, fra le quali ricordiamo il Brut Rosé '61 e la Cuvée Imperiale. Franciacorta DOCG è la denominazione che li accomuna tutti. Non poteva essere diversamente, visto l’impegno profuso da Franco Ziliani nel nobilitare e far crescere la zona vinicola. E proprio per questo, l’enologo di Travagliato è considerato unanimemente padre ed inventore di questi vini. Dopo la morte di Berlucchi, avvenuta nel 2000 e quella di Ziliani nel 2017, l’eredità dell’azienda passa nelle mani della famiglia Ziliani. Oggi sono i figli di Franco ad occuparsi della gestione, mantenendo inalterato l’approccio paterno alla vigna e alla cantina. Dagli oltre 500 ettari vitati dell’azienda vengono prodotti ogni anno circa 4,5 milioni di bottiglie, facendo segnare fatturati record. Ma nonostante i numeri da capogiro di Berlucchi, la qualità non viene mai meno. Il tutto comincia fra i filari di Chardonnay e Pinot Nero, i due vitigni più utilizzati per il Metodo Classico. Qui, le piante sono trattate con cura amorevole, sottoposte ad una viticoltura biologica che mira a rispettarne al massimo lo scenario naturale. L’equilibrio fra viti e ambiente che le circonda è un obiettivo centrale dell’azienda, che punta a valorizzare la biodiversità locale. Mappatura aerea dei vigneti, frequenti test sulle uve, interventi mirati e puntuali per affrontare le malattie dei grappoli: ecco alcuni delle azioni più tecnologicamente avanzate che l’azienda mette in campo. Una volta arrivate in cantina, poi, le uve sono trattate con i guanti, selezionate con cura e vinificate con rigore. Ed è proprio la cantina Berlucchi a rappresentare il fiore all’occhiello dell’azienda bresciana. In special modo, a colpire è la cantina storica, in cui sono racchiusi vini spumanti con più di 50 anni di vita alle spalle.