(Questo articolo è stato aggiornato il 14 marzo 2021)
Samsung è un marchio conosciuto in tutto il mondo per i suoi smartphone come i recenti Galaxy S21, Galaxy S21 Plus ed S21 Ultra, ma anche per i suoi popolari prodotti di elettronica di consumo, tra cui ci sono diversi tipi di elettrodomestici come frigoriferi o lavatrici, TV QLED e molti altri prodotti.
La casa sudcoreana è una multinazionale con filiali presenti in 58 paesi, un colosso che si occupa quindi di molti settori differenti. La storia di Samsung però parte da lontano e non affonda le sue radici nella tecnologia, in settori come smartphone e tablet, dove ora è forte e conquista ogni giorno sempre nuovi consumatori. Samsung, che in sudcoreano significa “Tre Stelle” è infatti stata fondata da Lee Byung-chul nel marzo del 1938: aveva circa 40 dipendenti e distribuiva noodle, i famosi spaghetti cinesi, insieme a vari prodotti alimentari.
Nel 1947 la sede di Samsung si sposta da Daegu a Seoul, anche se l’azienda è poi costretta a cambiare di nuovo la sua sede a causa della Guerra di Corea: Lee decide di trasferirsi in una città più tranquilla, Pusan. Dagli anni ’50 il fondatore comincia ad entrare nel settore delle assicurazioni, del commercio internazionale e del tessile, ma il modello della sua industria era ancora di dimensione nazionale.
Solo durante gli anni ’60 la casa sudcoreana entra nel mercato dell’elettronica di consumo con quattro divisioni: Samsung Electronics Devices, Samsung Electro-Mechanics, Samsung Corning e Samsung Semiconductor & Telecommunications. In questi decenni di storia non è stato tutto facile, si veda il disastro Galaxy Note 7, ma Samsung è ormai un impero che riesce a rialzarsi anche dai colpi più duri.
Il 1969 è una data importante per l’azienda, segna l’anno della produzione dei primi televisori in bianco e nero, che la porta a diventare una delle prime società della Corea del Sud. Successivamente arriveranno anche le TV a colori e i forni a microonde. Fino al 1980 Samsung si afferma come un’azienda operante nel mercato dei televisori, certamente un’importante trasformazione rispetto ai noodle che vendeva qualche decennio prima. Televisori tra l’altro di successo, dato che nel 1978 è la prima azienda al mondo a superare la soglia dei 4 milioni di TV prodotti, cifre molto alte per l’epoca. Nel frattempo l’azienda acquisisce Hankook Semiconductor, che la fa entrare di diritto anche nel mercato dei chip.
Samsung però è un’azienda tentacolare, che già negli anni ’70 investe nel settore navale, petrolchimico e delle costruzioni, che ha permesso anche alla Corea del Sud di crescere economicamente.
Nel 1980 Samsung acquisisce la Hanguk Jeonja Tongsin e in questo modo entra nel mondo della telefonia. Inizialmente la produzione è focalizzata sui centralini industriali, poi su fax e telefoni fissi. Mentre il settore TV va a gonfie vele, dal 1983 l’azienda comincia a produrre anche PC (il primo modello fu l’SPC-1000). Solo nel 1987 ha inaugurato il reparto Ricerca e Sviluppo, che sarà importantissimo per le innovazioni e crescita nel settore della telefonia e non solo.
Gli anni ’80 vedono l’espansione mondiale di Samsung, che apre diversi stabilimenti produttivi in tutto il mondo, compresi New York e Tokyo. Il 1987 vede però la morte di Lee Byung-chul: la società viene scorporata in realtà indipendenti. Samsung mantiene il controllo dei settori di elettronica, alte tecnologie, costruzioni e ingegneria, mentre vengono scorporate le altre attività. Nel 1988 arriva il primo telefono portatile, il modello SH-100, ma questo e i modelli successivi vendono poco a causa della scarsa percezione dei telefoni cellulari all’epoca. Era solo l’inizio di quella che in futuro sarà una vera e propria rivoluzione nel mondo delle comunicazioni a distanza.
Ma è durante gli anni ’90 che Samsung vede una crescita esponenziale: dal 1993 si concentra su tre settori, cioè elettronica, ingegneria e chimica. In quegli anni, un nuovo record: Samsung è il primo produttore mondiale di chip di memoria e secondo di microchip, dopo Intel.
Dagli anni 2000 in poi la storia di Samsung è costellata di successi (e qualche scivolone): diventa il maggiore produttore mondiale di TV. Ma è dal 2010 che nasce il famoso smartphone Samsung Galaxy S, una storia che ormai va avanti da più di 10 anni con successo: nel 2012 l’azienda sorpassa Nokia ed è tutt’oggi tra i maggiori produttori al mondo di smartphone.
La concorrenza mondiale di Apple, Xiaomi e Oppo è sempre fortissima, tanto che nel 2015 a capo della divisione della telefonia mobile sale DongJin Koh, un ingegnere cresciuto proprio in Samsung. Ha sviluppato il Galaxy S6 e il Note 5, due dispositivi rivoluzionari all’epoca. Il Samsung Galaxy Note 7 e i suoi problemi di batteria hanno segnato un duro colpo per la società, con la perdita di svariati miliardi di dollari, ma il rilancio è avvenuto dopo pochi mesi. Con l’acquisizione di Harman Kardon, società specializzata in impianti audio di alta gamma, ma anche quella di Viv, startup che ha portato allo sviluppo dell’assistente vocale Bixby, il colosso ha ricominciato la sua salita.
A rilanciare però l’azienda agli occhi dei consumatori nel 2017 c’è stato il Galaxy S8, seguito chiaramente dal Note 8 e dall’S9: dispositivi di grande successo, che hanno inaugurato il trend degli smartphone quasi senza bordi. Dopo sono arrivati i Galaxy S10, S10+ e S10e, che hanno continuato a ricevere apprezzamenti dagli utenti e dalla critica.
All’inizio del 2020 DongJin Koh è stato sostituito da Roh Tae-moon, che lavora in Samsung dal 1997: sono arrivati quindi i Galaxy S20, S20 Plus e per la prima volta l’S20 Ultra, capace di connettersi in 5G.
Il presente di Samsung viene dominato dagli smartphone Galaxy S21, Galaxy S21 Plus ed S21 Ultra, ma anche dai pieghevoli Galaxy Z Flip e Galaxy Z Fold 2 5G: con queste premesse il futuro non potrà essere che roseo per il colosso sudcoreano.
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