Prima dell’acquisto di uno smartphone ci si informa sulle sue caratteristiche: la grandezza dello schermo, la potenza e soprattutto il prezzo. Alcuni scelgono ad esempio i top di gamma come Samsung Galaxy S20 o iPhone 11. Chi vuole invece risparmiare si può rivolgere verso la fascia media, che comprende dispositivi come i Samsung Galaxy A51, A71 o lo Xiaomi Mi Note 10, di cui ci siamo occupati anche della video recensione. Tutti sono dotati di tecnologie wireless che si evolvono col tempo, dal Wi-Fi al Bluetooth, ma ormai sempre più spesso a queste si affianca anche l’NFC: è una tecnologia che permette lo scambio di dati a corto raggio.
Una funzionalità che apre le porte a tanti tipi diversi di azioni utili e che inizialmente era presente solo negli smartphone premium, in quelli più costosi. Oggi invece è disponibile in quasi tutti i prodotti, anche se gli utenti spesso non utilizzano tutte le funzionalità associate all’NFC.
Nella pratica, cos’è e come funziona l’NFC? La sigla sta per Near Field Communication, cioè “Comunicazione di prossimità” in italiano ed è una diretta evoluzione dello standard RFID. Permette a due dispositivi compatibili di scambiarsi dati a una velocità che arriva a 424 kilobit al secondo (53 kilobyte al secondo, quindi un megabyte viene trasportato in meno di 20 secondi). C’è però una grande differenza tra l’NFC e il progenitore RFID: NFC consente una comunicazione bidirezionale, quindi tutti e due i dispositivi sono in comunicazione, possono ricevere e inviare dati. L’NFC è stata sviluppata a partire dal 2004 congiuntamente da Philips, LG, Sony, Samsung, Huawei e Nokia, pensata come una comunicazione senza fili tra due dispositivi che si trovano a breve distanza, quindi a contatto o a meno di 10 centimetri.
Il funzionamento dell’NFC è piuttosto intuitivo, proprio come tutte le tecnologie di comunicazione wireless. Quando l’utente attiva la funzionalità sullo smartphone, ma anche sul proprio PC, viene creata una rete peer-to-peer, in cui i dispositivi possono comunicare a una frequenza di 13,56 MHz. Si tratta però di una tecnologia che non è stata pensata per scambiare una grande quantità di dati, proprio come il Wi-Fi, 4G o il 5G, ma un modo per inviare e ricevere informazioni tra due dispositivi in maniera pratica e veloce. Per far funzionare questa tecnologia i dispositivi devono avere fisicamente un chip NFC integrato.
Molti confondono le tecnologie NFC e Bluetooth, pensando che siano state create e che servano per lo stesso scopo, ma in realtà ci sono importanti differenze soprattutto nell’utilizzo finale. Lo standard di radiofrequenze Bluetooth è riconosciuto con il logo delle due Rune, i caratteri dell’alfabeto nordico. Anche in questo caso serve per inviare dati tra due dispositivi posti a pochi metri e funziona su una radiofrequenza intorno ai 2,45 GHz in banda ISM. Evitando le lungaggini tecniche, basti sapere che questo standard consente una connessione stabile e sicura tra due dispositivi, infatti è molto utilizzata per accoppiare ad esempio uno smartphone alle cuffie senza fili, nell’IoT o per scambiare foto, musica o video tra due smartphone.
L’NFC invece serve per identificare velocemente due dispositivi, non per scambiare una grande quantità di dati. Eredita quindi dall’RFID l’identificazione veloce e un esempio concreto per comprendere il suo funzionamento può essere proprio l’ascolto della musica e l’integrazione di queste due tecnologie. Se l’utente vuole infatti ascoltare musica senza fili su smartphone, sceglie una cuffia Bluetooth. Se il dispositivo non ha l’NFC, è necessario eseguire una procedura di associazione più lunga: attivare il Bluetooth, cercare i dispositivi per l’accoppiamento e avviare l’identificazione
In alternativa, se lo smartphone e le cuffie hanno l’NFC si possono saltare tutti questi passaggi. Basta attivare l’NFC sul telefono e posizionarlo vicino alle cuffie accese: in questo modo arriverà una notifica, a cui bisognerà semplicemente rispondere di sì per attivare il Bluetooth e accoppiare i dispositivi. Insomma l’NFC semplifica questi passaggi, identificando in pochi secondi i prodotti.
Con l’NFC si possono quindi scambiare dati senza che i due telefoni siano fisicamente collegati, ma ci sono diversi utilizzi molto utili:
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