Quando ci si assembla un computer desktop, uno dei componenti da scegliere è il dissipatore, vale a dire quel componente che raffredda la CPU. Si tratta di un elemento molto importante, perché se il processore si surriscalda si rischiano cali di prestazioni e, in casi estremi, anche danni gravi.
Esistono due grandi categorie di dissipatori: i dissipatori ad aria e quelli a liquido. Quelli del primo tipo, come il nome lascia intuire, si affidano a un flusso d’aria per tenere la temperatura sotto controllo. C’è il radiatore, una struttura più o meno complessa di metallo che “assorbe” il calore dal processore, e una ventola che serve a raffreddare la suddetta struttura metallica. In molti casi, nella scatola della CPU è incluso anche un dissipatore ad aria di piccole dimensioni.
I dissipatori a liquido, invece, hanno un radiatore diverso. Non si posiziona direttamente sul processore e il passaggio di calore avviene tramite tubi che trasportano uno speciale liquido refrigerante. Il liquido si riscalda sul processore e viaggia fino al radiatore; qui, grazie a delle ventole, il liquido si raffredda e ricomincia il giro. Esistono anche in questo caso due grandi gruppi: i dissipatori a liquido AIO (All-In-One) e quelli custom. L’installazione è relativamente simile in entrambi i casi, almeno fino a un certo punto.
Gli elementi di un dissipatore a liquido sono: il waterblock, i tubi e il radiatore. A quest’ultimo in genere vengono abbinate anche una o più ventole. I sistemi AIO, acronimo che sta per All-in-One, sono costituiti da un pezzo unico. Waterblock, tubi e radiatore sono già collegati tra loro e il sistema è riempito di liquido refrigerante in fabbrica. I sistemi Custom, invece, hanno i pezzi separati: l’assemblaggio è più complesso, probabilmente troppo per un principiante, ma permette una maggiore creatività.
Il waterblock è un elemento relativamente piccolo e va poggiato direttamente sul processore. Ai quattro angoli ci sono altrettanti fori passanti per le viti di bloccaggio, che servono per fissare il waterblock in posizione. Questi fori devono corrispondere con quelli sulla scheda madre, ed è quindi fondamentale scegliere un dissipatore a liquido compatibile con il proprio chipset. È dunque di vitale importanza scegliere un dissipatore (AIO o Custom che sia) compatibile con la propria scheda madre; per capirlo bisogna consultare le specifiche del dissipatore stesso, e controllare se il chipset della motherboard è tra quelli supportati.
Una volta fissato il waterblock è il momento di posizionare il radiatore. La posizione dipende dalle preferenze personali e dalle possibilità che offre il case. Tradizionalmente è montato nella parte superiore, in orizzontale. Oppure può essere anche in verticale nell’area frontale del case, orientato frontalmente o lateralmente. Posizionare il dissipatore non è sempre semplice e a volte è necessario qualche stratagemma per riuscire a inserirlo correttamente dentro al case. Inoltre non tutti i case sono uguali da questo punto di vista; i modelli più economici, spesso, non offrono alcuna flessibilità per l’installazione del radiatore.
A questo punto è sufficiente collegare i cavi di alimentazione per le ventole: il cavetto che esce dal waterblock, necessario ad alimentare la pompa del dissipatore, andrà collegato al connettore che riporta Pump_fan (nel caso non fosse presente, dovrebbe andare bene anche un connettore Sys_fan), mentre le ventole andranno collegate al connettore CPU_fan. Se avete un sistema AIO il lavoro è finito e potete proseguire con l’assemblaggio.
Se invece avete un impianto custom la faccenda è un po’ più complicata. Waterblock, tubi e radiatore sono infatti separati tra loro; e inoltre andrà installato anche un serbatoio – ragion per cui un sistema del genere è utilizzabile solo se avete molto spazio disponibile nel case. Non è un’operazione per principianti, ma con un po’ d’impegno ci può riuscire anche chi non ha esperienza.
L’installazione del waterblock e del radiatore è pressoché la stessa. Dovrete poi posizionare il serbatoio per il liquido di raffreddamento, in genere di forma cilindrica. Successivamente vanno collegati i tubi che, nei sistemi custom più semplici, sono in plastica flessibile. Questi andranno posizionati in modo da creare un circuito per il liquido, il cosiddetto loop. Per fare questo dovrete tagliarli a misura, tenendo un po’ di margine, ma senza esagerare. Studiato il giro da far fare al liquido, basterà bloccare saldamente i nostri tubi ai vari elementi (waterblock, tanica e radiatore) mediante alcuni ugelli.
A cose fatte, il sistema di raffreddamento è pronto per essere riempito. Il liquido va inserito all’interno della tanica, dov’è presente anche la pompa del dissipatore; il suggerimento è quello di aiutarvi con un piccolo imbuto. Riempire il loop è una procedura che va effettuata poco alla volta: si riempie la tanica per metà, si accende l’impianto, la pompa fa girare il liquido nei tubi svuotando la tanica. Si spegne e si ricomincia.
La complicazione in tutto ciò, non è tanto il dover riempire poco alla volta il circuito, bensì la necessità di alimentare solo l’impianto a liquido senza accendere il PC, che altrimenti si surriscalderebbe inutilmente. Per farlo vi basterà uno strumento a parte come uno starter per alimentatori o, più semplicemente, una graffetta per creare il cortocircuito. La seconda scelta però la consigliamo agli utenti più avanzati.
Una volta riempito il circuito con il liquido refrigerante, bisogna assicurarsi che non ci siano perdite di alcun tipo – controllo che poi sarà bene fare periodicamente, per evitare brutte sorprese. Una volta che il sistema di dissipazione a liquido è montato e ci si è assicurati che tutto è fatto correttamente, potrete usare il computer contando sul fatto che il processore resterà sempre fresco e avrete anche un computer più silenzioso.
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