Cos’è il pellet e quali tipologie esistono?

Il pellet è un combustibile naturale che negli ultimi anni sta riscuotendo un discreto successo perché presenta notevoli vantaggi. Non a caso esistono tante tipologie e modelli di stufa a pellet: ad aria, ad acqua, canalizzata, di diversa fascia di prezzo e capaci di riscaldare ambienti di ogni metratura.

Ma come mai il pellet è così apprezzato? Quali sono i suoi vantaggi rispetto ad altri combustibili? Quali tipologie esistono e in che cosa si differenziano l’una dall’altra? In questo articolo approfondiamo questo argomento rispondendo alle domande più comuni che si pongono gli utenti.

Cos’è il pellet?

Prima di tutto, capiamo che cos’è esattamente il pellet.

Si tratta di un combustibile del tutto naturale ed ecologico che viene prodotto tramite la compressione di particelle di legno in forma di segatura e disidratate. Di solito si realizza partendo dai residui agricoli oppure dagli scarti di altre lavorazioni del legno. Tramite questa procedura si ottengono dei piccoli cilindri compatti dalla superficie liscia e lucida, dovuta alle alte temperature alle quali viene sottoposto il legno: la compattazione avviene senza bisogno di aggiungere nient’altro, per effetto delle resine naturalmente presenti all’interno della pianta. Nei pellet di migliore qualità, non sono infatti presenti additivi: si tratta di puro legno pressato!

Perché tante persone scelgono il pellet?

I vantaggi di utilizzare il pellet come combustibile sono essenzialmente due:

• Rispetto dell’ambiente: si tratta di un prodotto realmente ecologico e sostenibile perché composto unicamente da legno. Bruciando il legno nel modo corretto, questo emetterà la stessa quantità di anidride carbonica che verrà poi assorbita dalle piante e trasformata in ossigeno.
• Risparmio economico: i costi del pellet sono decisamente più bassi rispetto a quelli dei combustibili di origine petrolifera. In questo momento in cui il gas è un bene così prezioso, poter contare su un combustibile economico è un vantaggio non indifferente. Basta fare scorta di pellet per riscaldare casa per tutto l’inverno!

Quali tipologie di pellet esistono?

Detto questo, è necessario però precisare che esistono tante tipologie di pellet.

Ecco quali sono le principali che troverete in commercio e quali sono le caratteristiche di ognuna.

• Pellet in legno di abete: tra i più conosciuti e richiesti, può essere sia bianco che rosso. Oltre ad un’ottima resa calorifera, il pellet di abete comporta residui minimi e brucia lentamente, tutto a vantaggio dei consumi.
• Pellet in legno di faggio: l’alternativa più comune all’abete è il legno di faggio, che garantisce una resa ancora migliore. Presenta però anche degli svantaggi: si consuma rapidamente e lascia una quantità notevole di residuo.
• Pellet in legno di abete e faggio: in questo caso si tratta di una tipologia mista, che combina in quantità variabili le due tipologie di legno. Lo scopo è prendere i vantaggi dell’una e dell’altra: il pellet di abete dura più a lungo e con meno residui, quello di faggio scalda di più.
• Pellet in legno di conifere: anche in questo caso si trova un mix di legno di conifere quindi pino e abete prevalentemente. Le conifere presentano un contenuto elevato di resina quindi questo pellet difficilmente sarà addizionato con colle o altre sostanze artificiali. Si tratta quindi di un buon prodotto.
• Pellet misto: in questo caso il pellet viene prodotto da legni diversi in proporzioni variabili, a discrezione del produttore, che non è tenuto a indicare le percentuali. Le tipologie di legna più utilizzate sono l’abete, il faggio, il pino, il larice e il rovere.

A prescindere dal pellet che sceglierete, dovete però assicurarvi che sia presente la certificazione. Il prodotto infatti deve essere conforme ad alcuni standard nazionali e internazionali fissati per valutare la qualità minima del prodotto. A livello europeo, controllate che sia presente il marchio EN Plus: questo è garanzia che il pellet abbia tutte le caratteristiche fisiche e chimiche necessarie e può essere di diverso livello.

• Il migliore appartiene alla categoria A1
• Quello di seconda scelta alla categoria A2
• Il peggiore appartiene alla categoria B (di solito scelto per utilizzi industriali)

Solo scegliendo del pellet certificato potrete essere sicuri che i criteri di realizzazione siano sicuri e che il prodotto sia privo di sostanze potenzialmente tossiche.

Quanto pellet serve per l’inverno?

Calcolare la quantità esatta del pellet che servirà per tutto l’inverno non è per niente semplice, soprattutto se è il primo anno che si utilizza questo tipo di combustibile. Ovviamente la risposta dipende da quanto terrete accesa la stufa, il che dipende a sua volta dal fatto che sarà o meno un inverno freddo e dal vostro stile di vita. Inoltre, le stufe migliori consumano meno quindi investire nell’acquisto di una buona stufa a pellet è sicuramente un ottimo punto di partenza.

Quanto pellet vi servirà per l’inverno potrete saperlo solo dopo aver trascorso almeno una stagione con questo mezzo di riscaldamento. Possiamo però provare a fare una stima di massima. Sapendo che una comune stufa a pellet consuma circa 0,25 Kg di pellet ogni ora per ogni Kw. Se la stufa ha una potenza di 10 Kw, consumerà quindi circa 2,5 Kg di pellet ogni ora in cui rimane accesa. Visto che il pellet viene venduto solitamente in sacchi da 15 Kg, vi basterà sapere quante ore terrete accesa la stufa ogni giorno per sapere quanti sacchi di serviranno.

L’ideale, se avete spazio a sufficienza, è acquistare una buona scorta di pellet qualche mese prima dell’inverno, per evitare di ritrovarsi prezzi più elevati e minore scelta.