Buon Charles Darwin Day: la giornata per celebrare la scienza

Di Irene Bicchielli 12 Febbraio 2020
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Il 12 febbraio tutto il mondo ricorda la nascita di uno dei più grandi scienziati della storia, colui a cui dobbiamo la teorizzazione della nascita e dell’evoluzione della specie umana. Il Darwin Day si tiene il giorno in cui nacque il biologo inglese: nato nel 1809, oggi compirebbe 211 anni! Nata come ricorrenza nel mondo anglosassone, da qualche anno anche in Italia il 12 febbraio atenei, musei, associazioni e comunità scientifiche organizzano incontri, eventi e iniziative per ricordare l’immenso contributo di Charles Darwin alla scienza: si tratta infatti di un’occasione importante per raccontare ad appassionati e non, a grandi e piccini, quanto siano importanti la scienza e il pensiero razionale per l’umanità.

In un momento in cui i fraintendimenti e le semplificazioni della teoria hanno generato una propaganda creazionista e diverse teorie sui complotti, è ancora più importante fare chiarezza e ribadire le solide fondamenta della scienza rispetto a tutto il resto. Darwin ci ha lasciato infatti un’eredità importante, che va a toccare ogni campo della nostra vita: l’evoluzione della tecnologia negli ultimi cento anni ha portato allo sviluppo di ogni genere di elettrodomestico smart; lavatrici, forni, frigoriferi ma anche televisori sono oggi dispositivi intelligenti che hanno ben poco a che vedere con i primissimi modelli! In ogni campo, non solo nella tecnologia, i brand si sono rinnovati in una sorta di evoluzione della specie: Lacoste, Nike e Adidas nell’abbigliamento con materiali sempre più performanti, Dyson nel campo di aspirapolveri e dispositivi per la cura della persona, Caudalie con studi sempre più approfonditi su ingredienti e combinazioni e la lista potrebbe continuare.

Ecco dunque chi era Darwin, che eredità ci ha lasciato e come celebrare al meglio il giorno a lui dedicato.

Chi era Charles Darwin

Il 12 febbraio del 1809, in un piccolo villaggio al confine con il Galles, nasceva Charles Darwin. La sua era una famiglia benestante e questo gli consentì di studiare prima medicina e poi scienza a Cambridge, dove il padre lo aveva mandato affinché intraprendesse la carriera ecclesiastica. Divenuto geologo e naturalista, nel 1831, poco più che ventenne, si imbarca a bordo della nave Beagle per le Isole Galàpagos: la spedizione era in partenza per una spedizione cartografica di cinque anni intorno alle coste dell’America Meridionale e il capitano della nave chiese espressamente di avere a bordo un naturalista per descrivere le specie animali e vegetali che sarebbero state trovate.

Charles darwin Galapagos

La navigazione toccò le Isole di Capo Verde, le Isole Falkland, le Isole Galàpagos e persino l’Australia: il viaggio fu per Darwin un’occasione incredibile per osservare le caratteristiche geologiche di continenti e isole ma anche di organismi viventi e fossili di ogni genere. Quando rientrò in Gran Bretagna, nel 1836, aveva raccolto tantissimo materiale per i suoi studi: non solo taccuini pieni di appunti ma anche pietre, piante e scheletri animali.

La teoria dell’origine della specie

Fu proprio il viaggio a bordo della Beagle che ispirò Charles Darwin nella formulazione della sua rivoluzionaria teoria. Osservando le tartarughe e gli uccelli delle Isole Galàpagos, lo scienziato notò somiglianze tra i fossili e le forme viventi di una stessa area e si accorse che in ogni popolazione ci sono differenze tra i vari organismi: alcune di queste vengono ereditate e consentono agli individui portatori di generare più discendenti di altri. Questa variazione tra le specie portò Darwin a sostenere che i mutamenti ereditari favorevoli allo sviluppo e alla vita dell’animale preso in considerazione, ovvero quelle caratteristiche che gli rendono più facile sopravvivere, tendono a diventare sempre più frequenti generazione dopo generazione. In parole semplici, è proprio questo il concetto alla base della “selezione naturale”.

Charles Darwin evoluzione

 

Non è dunque il soggetto più forte che sopravvive ma quello che si adatta meglio all’ambiente circostante: “tutti gli esseri viventi, uomo compreso, sono sottoposti, nel succedersi delle generazioni, a lenti ma continui cambiamenti, chiamati evoluzione”. Questa teoria viene ampiamente spiegata ne L’origine della Specie, pubblicato nel 1859: affermando che ogni forma di vita è soggetta ad una lenta e graduale trasformazione della propria specie, Darwin si pose in netto contrasto con le teorie cattoliche creazioniste; solo nel 2009 la Chiesa Anglicana ha esternato le sue scuse ufficiali per non aver compreso la teoria dell’evoluzione.

l'evoluzione della specie Darwin

La comunità scientifica invece apprezzò enormemente l’opera darwiniana, riconoscendone subito la rivoluzionaria portata. Le idee di Darwin troveranno infatti riscontro nei decenni successivi con le teorie sull’ereditarietà di Mendel e con la scoperta della genetica.

Perché il Darwin Day?

Pochi anni dopo la scomparsa di Charles Darwin, avvenuta nel 1882, in Inghilterra e negli Stati Uniti si scelse di ricordare il biologo nella giornata della sua nascita. Negli anni ha visto moltissime iniziative, la più importante nel 2009 in occasione del centenario della nascita quando fu emessa una moneta commemorativa. Anche in Italia, da qualche anno, atenei, università e associazioni scelgono di celebrare il pensiero scientifico in occasione di questa particolare giornata: non si tratta solo di ricordare Darwin ma di diffondere e difendere l’importanza del pensiero razionale attraverso la memoria di uno dei biologi più importanti della storia.

Sul sito ufficiale della Giornata Internazionale dedicata a Darwin si legge che è fondamentale ricordare le ripercussioni delle scoperte dello scienziato sulla biologia, la cosmologia e il pensiero scientifico in generale: “senza la teoria della selezione naturale, le più grandi conquiste in salute, filosofia e benessere umano degli ultimi duecento anni sarebbero state impossibili“.

Questo è ancora più importante alla luce dei progressi tecnologici che stiamo attraversando. La teoria lineare per cui vince chi si rivela più adatto alle condizioni ambientali, ha ancora senso in un mondo in cui la medicina, la scienza e la tecnologia, con l’informatica, i vaccini e la bioingegneria, consentono all’uomo di rispondere sempre meglio alle avversità? Secondo i genetisti, sì, ha ancora senso! La selezione naturale, infatti, non si è fermata ma ha rallentato: siamo riusciti a limitare l’impatto delle forse evolutive ma l’essere umano continua a evolversi, con piccole e molte lente modifiche genetiche.

Pubblicato il 12 Febbraio 2020
Irene Bicchielli
Irene Bicchielli

Nata nel 1988 a Firenze, dove vive ancora oggi, ha da sempre uno smisurato amore per le parole. Ha imparato a leggere e a scrivere prima delle scuole elementari e da allora non ha più smesso: lettrice seriale con un'originale passione per i romanzi storici, ha frequentato il liceo classico e poi si è laureata in Scienze Politiche per diventare...Leggi tutto

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