(Questo articolo, pubblicato nel Magazine di Trovaprezzi.it il 6 giugno 2020, è stato aggiornato in data 13 ottobre 2020.)
Il recente balzo dei contagi ha reso necessario un inasprimento delle norme in materia di prevenzione del contagio. Le istituzioni hanno richiamato i cittadini ad una maggiore attenzione al distanziamento sociale, per scongiurare il rischio di un nuovo lockdown.
Come è stato ribadito negli ultimi mesi, il lavaggio frequente delle mani con acqua corrente calda e sapone è un’abitudine che non passerà di moda con la risoluzione di questa pandemia, ma che ci deve accompagnare a tempo indeterminato. Si tratta, infatti, di una misura protettiva semplice ed economica in grado di contrastare tutti i tipi di infezione, siano esse virali, batteriche o fungine.
È possibile utilizzare un detergente delicato e profumato oppure ricorrere a prodotti specifici con azione sanitizzante come Sanitec Securgerm.
Per chi soffre di dermatite atopica e altri disturbi dermatologici che possono peggiorare a seguito dei lavaggi ravvicinati sono disponibili soluzioni alternative, come Eucerin pH5 Olio Detergente Mani, ad effetto lenitivo e preventivo della disidratazione della cute.
Uscendo, ci farà comodo tenere in borsa o in tasca una confezione di salviettine igienizzanti da usare sulle mani o per le superfici e di gel idroalcolico come quello di Verset.
Il Consiglio dei Ministri del 7 ottobre scorso, vista la nota del Ministro della Salute e sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico, ha deliberato la proroga, fino al 31 gennaio 2021 dello stato di emergenza ed esteso l’obbligo dell’utilizzo della mascherina.
Permane l’obbligo di restare a casa con più di 37,5°C di febbre e durante la quarantena.
Nei prossimi paragrafi vedremo a cosa serve la mascherina e cosa significano le varie sigle associate ai diversi modelli.
Le ricerche condotte dalla comunità scientifica hanno confermato che la trasmissione del virus responsabile della COVID-19 è di tipo respiratorio. L’agente patogeno viene trasportato dalle goccioline di saliva emesse dalle persone positive al virus con i colpi di tosse, gli starnuti o anche, più semplicemente, durante la conversazione.
Ostacolare l’emissione delle particelle di saliva significa dunque ridurre la possibilità di contagio.
Le mascherine chirurgiche bloccano le goccioline di saliva di diametro maggiore, i cosiddetti droplets. Si tratta di filtri in uscita, che proteggono gli individui localizzati nelle immediate vicinanze. Per questa ragione, vengono anche definite filtri altruisti.
Le mascherine chirurgiche sono così definite perché utilizzate dagli operatori sanitari che lavorano in sala operatoria allo scopo di tutelare la salute dei pazienti e prevenire la contaminazione delle superfici.
Questi dispositivi, tuttavia, non bloccano l’aerosol, ossia le goccioline di diametro minore, che richiedono un filtro più potente. Questa è la ragione per la quale gli operatori sanitari che si occupano del trattamento delle patologie del cavo orale che comportano l’emissione di aerosol, come i dentisti, hanno necessità di protezioni aggiuntive.
Pur essendo disponibili in commercio anche in versioni lavabili, generalmente, le mascherine chirurgiche sono usa e getta e, anche se indossate per pochi istanti, non possono essere riutilizzate da altre persone.
A differenza di quella chirurgica, la mascherina di protezione protegge chi la indossa dal contagio delle malattie respiratorie trasmissibili, categoria che ricomprende anche il nuovo Coronavirus.
Le mascherine di protezione sono classificate come Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). All’interno di questa categoria, vengono incluse le mascherine filtranti, anche definite facciali filtranti (FF).
Alcune mascherine facciali filtranti sono dotate di una valvola di espirazione, che facilita la fuoriuscita dell’aria e rende l’espirazione meno faticosa. Inoltre, permette di indossare il dispositivo senza appannare gli occhiali.
La normativa europea EN 149:2001 stabilisce i requisiti di filtrazione delle diverse tipologie di mascherine filtranti. In base a questi, esse vengono suddivise in tre classi FFP, ovvero Filtering Face Piece (FFP, maschera filtrante):
Il Decreto Legge entrato in vigore l’8 ottobre che sarà valido fino al 15 ottobre, ribadisce la necessità di un uso corretto della mascherina, che deve essere portata sempre con sé e utilizzata ogni volta che non sia possibile garantire il distanziamento fra persone non conviventi, non solo nei luoghi chiusi (fatta eccezione per le abitazioni private) ma anche all’aperto.
La violazione di questo obbligo prevede una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro.
Continuano ad essere dispensati dall’obbligo i bambini al di sotto dei 6 anni, le persone che stanno svolgendo attività sportiva e i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina (e chi interagisce con loro).
Anche in ufficio, come in tutti i luoghi di lavoro e non al solo chiuso, è obbligatorio indossare la mascherina, eccetto, naturalmente, nei casi di smart working.
Come già imposto dal DPCM del 26 Aprile, l’utilizzo dei dispositivi di protezione è obbligatorio nei mezzi pubblici, nei quali l’accesso dei passeggeri verrà contingentato per prevenire assembramenti. Un obbligo che non vale per l’automobile, se si è soli o in compagnia di famigliari conviventi.
In parte a causa del fatto che è difficile trovare mascherine adatte al loro piccolo viso e in parte perché difficilmente riuscirebbero a gestirle, i piccoli al di sotto dei 6 anni sono esonerati dall’obbligo. Quale mascherina, invece, per i bambini di età superiore? Per i piccoli, è consigliabile scegliere un modello monouso per bambini, oppure una mascherina lavabile come la mascherina Carillo Home in TNT triplo strato, disponibile in commercio oltre che nella versione bambino anche nella versione adatta all’adulto.
L’Istituto Superiore di Sanità ha stabilito le indicazioni per lo smaltimento dei dispositivi di protezione dal contagio.
Le persone positive devono gettare le mascherine, ma anche i guanti monouso, i fazzoletti di carta utilizzati e i tovaglioli nei rifiuti indifferenziati, possibilmente chiusi in un ulteriore sacchetto.
Nei luoghi di lavoro, devono essere trattati come rifiuti indifferenziati ed essere buttati in contenitori dedicati, possibilmente posizionati in prossimità delle uscite dagli uffici o stabilimenti. I contenitori devono garantire adeguata aerazione per prevenire la formazione di potenziali condense e conseguente sviluppo di colonie di microorganismi.
Al cambio del sacchetto, occorre praticare la sanificazione del bidone.
Indicazioni ad interim sulla gestione e smaltimento di mascherine e guanti monouso provenienti da utilizzo domestico – Istituto Superiore di Sanità, maggio 2020
Mascherine: le norme tecniche per la produzione – Ministero della Salute
UNI EN 149:2009
Coronavirus, le misure adottate dal Governo – Ministero della Salute
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