Gli edulcoranti, chiamati anche dolcificanti, sono delle sostanze naturali quali la stevia, o di sintesi, come la saccarina, che consentono di rendere più dolci gli alimenti. Inoltre, a differenza dello zucchero da tavola, hanno un ridotto apporto calorico e un basso indice glicemico. I dolcificanti si annoverano tra gli additivi alimentari, infatti, spesso, vengono utilizzati dalle aziende per migliorare il sapore di alimenti, bevande o anche cosmetici che devono assunti oralmente ed entrare in contatto con le papille gustative. Tali sostanze, però, possono essere acquistate anche sfuse, in polvere, liquide o in compresse per essere addizionate a bevande, come il caffè e il tè, o a dolci. In questi casi si consiglia di utilizzarne quantità molto limitate perché, soprattutto gli edulcoranti sintetici, hanno un potere dolcificante molto superiore allo zucchero.
Scopriamo insieme quando usare i dolcificanti, quali scegliere e se ci sono delle alternative a questi prodotti.
I dolcificanti, inizialmente, venivano impiegati esclusivamente dai soggetti affetti da diabete, in seconda istanza vennero introdotti anche nelle diete ipocaloriche, in quanto possono aiutare a ridurre le calorie assunte giornalmente e, quindi, consentono di perdere peso più facilmente. Infatti molti prodotti destinati a questo tipo di regimi alimentari, come Enervit Gymline Muscle High Protein Bar 36%, hanno un contenuto di carboidrati molto basso o addirittura azzerato.
Gli edulcoranti vengono consigliati ai pazienti affetti da diabete perché questa è una patologia cronica caratterizzata da alti livelli di glucosio nel sangue. Per questo motivo, parallelamente alla terapia, è molto importante seguire anche una dieta che non crei picchi glicemici elevati o eccessivamente bassi.
Le tipologie di diabete maggiormente diffusi sono:
Per fare una diagnosi di diabete bisogna valutare la glicemia con degli strumenti specifici. Nel nostro magazine abbiamo trattato l’argomento proponendo un approfondimento sulla glicemia e un articolo dedicato agli strumenti quali il glucometro per monitorarla correttamente.
Sia i pazienti che hanno già un diabete conclamato che quelli che hanno la familiarità per tale patologia dovrebbero preferire alimenti a basso indice glicemico, un parametro che indica la velocità con cui un alimento determina un rialzo di glicemia, oltre a ciò, bisogna considerare anche il carico glicemico, un valore che mette in correlazione l’indice glicemico alla quantità di carboidrati assunti. In tal senso il saccarosio, cioè lo zucchero bianco, ha un altissimo indice glicemico, invece, i dolcificanti sintetici o naturali sono caratterizzati da valori più bassi.
I dolcificanti possono essere classificati in naturali o artificiali, i primi sono estratti dal mondo vegetale, i secondi, invece, sono molecole sintetizzate in laboratorio che hanno un sapore dolce. Scegliere l’uno o l’altro dipende dalle esigenze e dai gusti di ognuno.
I dolcificanti naturali sono caratterizzati da un potere dolcificante non molto inferiore a quello dello zucchero però sono poco calorici, quindi, possono essere utilizzati nelle diete dimagranti. In questa categoria si annoverano:
Gli edulcoranti di sintesi hanno un potere dolcificante molto elevato, superiore anche di 500 volte rispetto allo zucchero da tavola, e un valore calorico pari a zero, quindi, possono essere impiegati sia da chi soffre di diabete ma anche da chi decide di perdere dei chili.
In quest’ambito si annoverano:
Bisogna sottolineare che molti dolcificanti, come Biocure 2In Fibra+ Dolcificante, sono a base di un mix di edulcoranti, sia naturali che artificiali.
L’ente a cui fare riferimento circa la pericolosità dei dolcificanti è l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che costantemente attua dei controlli e degli accertamenti, anche in base alle nuove scoperte in ambito scientifico e alle segnalazioni, per garantire la sicurezza di tutti gli additivi alimentari.
Nello specifico, nel dicembre 2013, dopo che erano stati mossi dei dubbi sulla sicurezza dell’aspartame, che secondo alcuni poteva favorire lo sviluppo di cancro ai polmoni e al fegato e generare alterazioni neuroendocrine, l’EFSA ha smentito tali accuse ritenendo la sostanza sicura per tutte le fasce di popolazione, qualora il consumo non superi la Dose Giornaliera Ammissibile (DGA) che per un uomo adulto è di 40 mg/kg. L’aspartame, però, dovrebbe essere evitato dai soggetti che soffrono di fenilchetonuria in quanto è una fonte di fenilalanina che, in mancanza di enzimi che la metabolizzano, si accumula e potrebbe determinare crisi convulsive, comportamento aggressivo, iperattività e sintomi psichiatrici.
Nel 2010 sono stati indagati i glicosidi steviolici per i quali non sono state evidenziate tossicità ed è stata stabilita una DGA di 4 mg/kg/giorno.
A luglio 2013 l’EFSA ha provveduto a fare accertamenti anche sull’advantame per il quale ha stabilito che una DGA di 5 mg/kg di peso corporeo al giorno non desta preoccupazioni relativamente alla salute.
I carboidrati semplici come il saccarosio, presente nella frutta e nel miele, o il lattosio, di cui è ricco il latte, hanno naturalmente un sapore dolce, quindi non dovrebbero essere ulteriormente edulcorati, anzi, potrebbero essere impiegati per dolcificare gli altri alimenti. Consumare cibi dolci è semplicemente un’abitudine che con un po’ di pazienza si può perdere, in questo modo si riesce anche ad assaporare il reale gusto di ogni alimento.
La riduzione degli zuccheri semplici è un aspetto che viene sottolineato anche nelle Linee Guida 2018 per una sana alimentazione. In queste linee guida è ricordato di ridurre sia gli zuccheri intrinseci agli alimenti che quelli liberi, che possono essere aggiunti ai cibi per migliorarne il sapore. Nello specifico tale nutriente non dovrebbe superare il 15% dell’apporto energetico complessivo: in questo modo si sfavorisce non solo il presentarsi delle carie ma anche il sovrappeso e l’obesità che, a loro volta, sono un fattore di rischio per altre patologie quali ipertensione, diabete e sindrome metabolica.
Spesso, inoltre, si abusa di alimenti dolci quando si ha un disagio psicologico in quanto questo sapore è associato alla ricompensa, perché gli alimenti ricchi di carboidrati aumentano la sintesi e il rilascio di serotonina e delle beta-endorfine, che agiscono positivamente sull’umore favorendo il rilassamento e combattendo la depressione.
Chi, invece, consuma alimenti dolci per dare al proprio corpo un boost di energia deve sapere che non basta assumere esclusivamente zuccheri semplici, questi dovrebbero essere mixati a quelli complessi, a fibre, a proteine o grassi, in questo modo si raggiunge una sazietà prolungata e si ottiene un rialzo glicemico progressivo.
Fonti:
Purtroppo, in molti, hanno provato la spiacevole sensazione di avere le emorroidi. Questo disturbo della zona anale e perianale è molto comune nella popolazione, ma pochi ne parlano con il proprio medico
La tensione muscolare è un fastidio molto diffuso e altrettanto fastidioso. Le cause che lo determinano sono varie, si parla di patologie con decorso cronico, intensa attività fisica ma anche alterazioni psicologiche.
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