L’introduzione del bonus al 110% dell’ultima manovra aveva come obiettivo sia il rilancio dell’economia abbattuta dall’emergenza Covid-19 sia il miglioramento dell’efficienza energetica degli appartamenti. Con l’ultima Legge di Bilancio, il maxi bonus è stato prorogato fino al 30 giugno 2022, con la possibilità di arrivare al 31 dicembre 2022 per i condomini che entro giugno abbiano realizzato almeno il 60% dei lavori. Si tratta sicuramente di un’interessante opportunità per apportare migliorie agli edifici ma ci sono alcuni punti da chiarire per comprendere bene a quali condizioni è possibile usufruire del bonus del 110%. Certamente è possibile cambiare la caldaia (così come il condizionatore e anche gli impianti fotovoltaici), ma in quali casi? Scopriamolo in questo articolo!
In realtà non si tratta di un vero e proprio bonus caldaia, però la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale rientra tra i lavori ammessi dal maxi sconto fiscale, sia per quanto riguarda le parti comuni degli edifici condominiali che per gli edifici singoli. Questo significa che, nell’ambito di lavori di ristrutturazione che comportino il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’intero edificio (questo il requisito trainante per avere accesso al bonus del 110%), sarà possibile cambiare la caldaia praticamente a costo zero: l’intero importo sostenuto per i lavori sarà infatti restituito nella misura del 110% della spesa totale come detrazione in dichiarazione dei redditi. In alternativa, è possibile cedere il credito all’azienda che opera i lavori e non pagare niente: in questo caso si rinuncia però al 10% di credito extra. La prova del miglioramento della classe energetica sarà l’APE, che verrà predisposta sia prima che dopo l’esecuzione dei lavori per certificare la nuova classe.
Per chi vive in un condominio, è bene dunque che sia chiaro che solo in caso di effettuazione di lavori condominiali trainanti ad alta efficienza energetica si potrà accedere al bonus del 110% per gli interventi effettuati sul singolo appartamento, tra cui rientra appunto anche la sostituzione della caldaia con un modello nuovo.
L’importo massimo detraibile è di 20mila euro moltiplicato per il numero delle unità che compongono l’edificio nel caso in cui gli appartamenti siano al massimo otto. L’importo scende a 15mila euro per unità immobiliare nel caso di edifici composti da più di otto appartamenti.
Se invece vivete in una villetta unifamiliare o comunque in un edificio singolo, prima o seconda casa non fa differenza, non sarete legati a interventi condominiali. L’elenco delle spese ammesse al bonus del 110% è lo stesso, ma cambia il limite di spesa: è possibile infatti spendere fino a 30mila euro per singola unità immobiliare.
La condizione necessaria affinché il bonus del 110% sia effettivo, è dunque il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio quindi è evidente che la caldaia che si andrà ad installare deve essere di ultima generazione. L’unico requisito indispensabile è che si tratti di una caldaia a condensazione ed è evidente che sarebbe da preferire la migliore classe energetica possibile (o comunque dalla A in su) proprio per garantire un miglioramento in termini di efficienza e sostenibilità.
Ecco qualche modello che potreste prendere in considerazione.
Non è chiaro : a chi si deve inoltrare la domanda? Tutti i venditori aderiscono? L’ape fa chi si fa? Per forza a condensazione anche se esterna?. Grazie e saluti
Ciao Renzo e grazie per averci scritto! Il cambio della caldaia è legato ai lavori trainanti che devono assicurare il miglioramento della classe energetica dell’edificio: sarà la ditta edile che si occuperà di tutte le pratiche, compresa l’ape.
Nell’attuale Legge di Bilancio, come descritto nel sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, è stata confermata la possibilità di portare in detrazione al 65% le spese per l’acquisto, l’installazione e la messa in
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voglio sostituire la caldaia tradizionale guastata con una a condensione. quale echo bonus profitto