La Realtà Virtuale è ormai il presente e sul mercato esistono diverse soluzioni per immergersi completamente all’interno di mondi interattivi. PS VR2 è il secondo prodotto pensato da Sony in questa categoria, dopo il primo modello uscito nel 2016.
Caratterizzato da un nuovo design e protagonista di un salto tecnologico notevole, è sostanzialmente un visore che va indossato sulla testa. Al suo interno sono presenti due lenti dalle quali poter vedere le immagini dei videogiochi a breve distanza dai propri occhi, con cui si può interagire grazie a controller appositamente studiati per questo, per un’immersione totale.
Le novità di PS VR2 sono tantissime rispetto al modello precedente e non coinvolgono solo la tecnologia, ma anche una migliore indossabilità. Lo abbiamo provato a fondo: ecco il verdetto della nostra recensione.
All’interno della scatola di PS VR2 c’è praticamente tutto per giocare: oltre al visore e i due controller Sense, è presente l’archetto con gli auricolari da poter agganciare allo stesso visore, i gommini di diverse misure per gli auricolari e il cavo di ricarica USB-C.
Esteticamente PS VR2 richiama la console da cui “dipende”, cioè PS5: è bene ricordare che si tratta di un accessorio in grado di funzionare solo con la console Sony e che dunque estende le sue funzionalità, aprendo al mondo della Realtà Virtuale. Il visore, così come i controller, sono quindi di colore bianco con inserti neri, andandosi ad abbinare perfettamente con PS5.
La zona frontale del visore è caratterizzata da una visiera in plastica, su cui si vedono tagli angoli le quattro telecamere che servono per il tracciamento. I tasti azione sono inseriti sulla parte bassa del visore, cioè uno di accensione e l’altro per attivare le telecamere, utile per vedere il proprio ambiente circostante (in bianco e nero) anche quando si indossa il visore.
Sulla zona superiore del visore c’è invece un tasto per regolare in maniera orizzontale la distanza del visore dagli occhi dell’utente: non abbiamo avuto alcun problema indossando gli occhiali e il visore in contemporanea. C’è poi una piccola rotellina che regola la distanza tra le lenti interne. All’interno del visore sono presenti le due lenti e una telecamera ad infrarossi per il tracciamento degli occhi, oltre a una membrana in soffice gomma che si appoggia dolcemente sul viso quando si indossa lo si indossa.
C’è poi la fascia posteriore, che poggia sul retro della testa, da cui emerge una grande ghiera ruotabile per regolare l’ampiezza del visore attorno alla testa. Grazie a tutti questi accorgimenti, indossare e togliere il visore avviene in pochi secondi e in tutta comodità.
PS VR2 non è un visore wireless come Meta Quest 3, ma a differenza del modello precedente Sony ha ridotto nettamente i cavi e le periferiche esterne per il suo funzionamento. Cominciare a giocare è quindi facilissimo: PS VR2 è dotato di un singolo cavo USB-C della lunghezza di ben 4 metri, che va collegato al connettore presente su PS5.
Una volta indossato e collegato, inizia il veloce processo di configurazione. Il visore scannerizza tutti gli elementi presenti all’interno della stanza dell’utente, creando in tempo reale una mappa 3D dell’ambiente: basterà guardarsi attorno per farlo. Il sistema chiede poi di delimitare una zona sicura di gioco, per evitare collisioni con elementi della propria stanza. Si conclude la configurazione con il tracciamento dello sguardo. Comodo, veloce e sicuro: Sony ha praticamente pensato a tutto, in questo modo le barriere all’ingresso nella Realtà Virtuale sono praticamente azzerate.
PlayStation VR2 utilizza innanzitutto due lenti di altissima qualità, con un pannello OLED con frequenza di aggiornamento di 120 Hz equipaggiato nel visore. Anche la risoluzione è decisamente alta, cioè di 2.000 x 2.040 pixel per occhio per una grafica in 4K. Non manca la piena compatibilità con i contenuti in HDR. Il campo visivo è di 110 gradi e praticamente copre tutta la visuale del giocatore: sembra di essere davvero all’interno del gioco.
Il sensore di movimento a sei assi e il sensore di prossimità consentono poi di rilevare perfettamente i due controller Sense, dotati dei classici tasti PlayStation, grilletti, analogici e vibrazione. Questo rende possibile vedere letteralmente le proprie mani all’interno del mondo virtuale per afferrare o lanciare oggetti e in generale interagire con il mondo di gioco.
Ottima anche la vibrazione aptica, sia del visore che dei controller. La vibrazione permette una immersività eccezionale, soprattutto durante i momenti più concitati di gioco, come ad esempio per le scene d’azione. Il peso di soli 560 grammi del visore non grava molto sulla testa, anche se dopo circa due ore di gioco abbiamo cominciato a sentire un po’ di stanchezza. Gli auricolari sono di buona qualità e si integrano perfettamente col visore, grazie alla presenza del foro jack da 3,5 mm. Ingegnoso il meccanismo che consente di riporre le cuffie sui lati del visore, senza dover per forza staccare l’archetto.
Indossare per la prima volta PS VR2 è piuttosto straniante, soprattutto per chi non ha mai provato la Realtà Virtuale. Anche se il visore è piuttosto leggero, durante i primi minuti abbiamo provato la sensazione di un “corpo estraneo” poggiato sulla testa. Tutto questo è svanito già alla seconda partita a Horizon: Call of the Mountain, titolo di Guerrilla Games che ben rappresenta tutte le potenzialità di questa tecnologia.
Una volta impostata la distanza delle lenti dagli occhi, capito come poggiare perfettamente il visore sia sulla parte posteriore che sul viso e impugnando per bene i due controller Sense, la sensazione di immersività diventa totalizzante. La membrana che avvolge il viso blocca completamente la luce esterna, quindi sembra davvero di essere all’interno di un mondo alternativo. Grazie al tracciamento dello sguardo è possibile con il visore selezionare le voci di un menu semplicemente guardandole, cosa impossibile col visore precedente.
Entrare letteralmente nel mondo di Horizon è strabiliante. Grazie allo schermo OLED la gamma cromatica è estremamente convincente. La qualità grafica di questo videogioco permette di avere un’esperienza mozzafiato tra combattimenti con l’arco ultra-tecnologico del protagonista, scalate, salti ed esplorazione.
PS VR2 rappresenta quindi una piattaforma a parte quando si parla di giochi VR, anche se il catalogo sul PlayStation Store dedicato ai giochi VR non è paragonabile a quello a cui si accede semplicemente giocando con il joypad e un TV. Fortunatamente Sony mette a disposizione tantissime demo per provare le potenzialità della realtà virtuale. Tra le migliori abbiamo provato quella di C-Smash VRS, un gioco arcade molto divertente e consigliato per chi si avvicina per la prima volta alla Realtà Virtuale.
La risposta è sì per tutti coloro che vogliono provare qualcosa di totalmente immersivo e diverso dal solito. In generale la nostra esperienza è stata più che positiva. PS VR 2 apre letteralmente un mondo nuovo di contenuti interattivi. Dallo spaventoso Resident Evil Village a Gran Turismo 7, passando per tantissimi altri videogiochi come No Man’s Sky a Tetris Effect: Connected, con la Realtà Virtuale tutto diventa più interattivo e appagante.
Certamente PS VR 2 non è scevro da difetti: non è retrocompatibile con la libreria del primo PS VR, non consente di guardare contenuti come film e serie TV attraverso il visore, è sostanzialmente un ecosistema chiuso legato alla piattaforma di Sony e non ha ancora una libreria molto varia, anche se ogni mese nuovi videogiochi molto interessanti vengono annunciati o resi disponibili.
Resta comunque una meraviglia tecnologica e il compagno perfetto per coloro che vogliono estendere le funzionalità di PS5. A patto però di una spesa ancora elevata.
Pro
Contro
Voto
8,5 su 10
Samsung ha recentemente confermato che il suo primo visore XR sarà lanciato nel 2025, un passo significativo verso l’espansione nel campo della realtà mista. La notizia è arrivata durante la presentazione dei
Nel panorama tecnologico moderno, due delle innovazioni più affascinanti e promettenti sono senza dubbio la Realtà Virtuale (VR) e la Realtà Aumentata (AR). Entrambe offrono esperienze più o meno immersive, ma lo
Scrivi un commento