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DeepSeek: l’applicazione non è più disponibile in Italia

Non è più possibile scaricare dagli store italiani di Apple e Google l’app di DeepSeek, il nuovo modello AI sviluppato dall’omonima società cinese.
Di Gaetano Mero 29 Gennaio 2025

L’applicazione ufficiale di DeepSeek, sistema di Intelligenza Artificiale sviluppato dall’omonima società cinese, non risulta più disponibile sugli store italiani di Apple e Google. Il modello AI che ha raggiunto in poche ore il primo posto tra le app più scaricate su smartphone negli Stati Uniti, è al momento raggiungibile esclusivamente da browser.

Cosa sia accaduto non è ancora del tutto chiaro. Secondo quanto riferito da Repubblica.it, le motivazioni potrebbero risiedere nelle indagini avviate dal Garante della Privacy italiano in merito all’utilizzo dei dati degli utenti da parte della piattaforma. L’Autorità italiana ha difatti richiesto alle società che gestiscono il servizio, Beijing DeepSeek e Hangzhou DeepSeek, il modo in cui le informazioni vengono processate e su quali server sono memorizzate.

In attesa di una risposta, DeepSeek sembrerebbe quindi aver preso la decisione di sospendere la disponibilità in Italia delle proprie applicazioni. Anche il sito web appare attualmente non fruibile, con un messaggio che avverte l’utenza di alcuni rallentamenti. Nel resto d’Europa la situazione non ha ancora subito mutamenti, ma c’è da chiedersi se la sospensione si estenderà presto agli altri Paesi UE.

Intelligenza Artificiale

La società cinese ha a disposizione venti giorni per rispondere alle richieste del GPDP italiano e non è quindi escluso che possa tornare nuovamente online non appena la questione verrà chiarita. Ricordiamo che DeepSeek si è subito posta come una valida alternativa a ChatGPT di OpenAI, affermando che le capacità del suo modello V3 LLM su cui il sistema è basato risulta essere alla pari con GPT-4o.

La startup ha inoltre asserito che per l’addestramento del proprio modello linguistico sono stati utilizzati circa 2.000 chip prodotti da Nvidia per l’AI contro i 16.000 necessari per istruire i modelli dei competitor. Ciò ha permesso a DeepSeek di ridurre drasticamente i costi di sviluppo e programmazione, che risultano pari a un decimo rispetto agli avversari. La partita resta dunque aperta e sarà necessario attendere le mosse successive per capire le sorti del servizio in Italia.

Pubblicato il 29 Gennaio 2025
Gaetano Mero
Gaetano Mero

Classe 1983. Giornalista pubblicista, redattore, ghostwriter e content creator. Con un passato da appassionato di elettronica, circuiti e informatica, il suo primo contatto con un computer è stato all’età di sei anni, nell’ormai lontano 1989, con il Commodore 128.

Crescendo ha sviluppato grande interesse per la scrittura, tanto da diventare nel 1995 vicedirettore del giornalino scolastico del proprio Istituto di scuola...Leggi tutto

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