Allergia al nichel: cosa fare?

Una delle manifestazioni correlate all'allergia al nichel è la dermatite da contatto. Vediamo come prevenire e controllare questo fastidioso sintomo.
Di Monica Torriani 6 Dicembre 2021
allergia al nichel come prevenirla

L’allergia al nichel non è semplice da prevenire, perché questo metallo è praticamente ubiquitario, presente (anche se in minime quantità) in molti degli oggetti di uso comune e degli alimenti. Questi ultimi sono spesso sottovalutati, ma i dati mostrano che la principale fonte di esposizione al nichel è quella alimentare. La manifestazione più frequente è quella della dermatite da contatto, che può essere controllata con l’applicazione di prodotti dermocosmetici lenitivi, detergenti relipidanti e l’assunzione di antistaminici in caso di prurito intenso.

Il nichel è un elemento presente nel suolo (in quantità pari a 5-500 mg/kg a seconda del tipo di terreno, dell’impiego di fertilizzanti e della presenza di contaminanti), negli alimenti vegetali (0,5-5 mg/kg) e animali (0,1-5 mg/kg) e nell’acqua dolce (5-100 mg/kg).

Inoltre, entra a far parte di una lega di ferro e carbonio molto usata in ambito tecnologico per le sue caratteristiche di resistenza meccanica, l’acciaio inossidabile.

Quali sono i sintomi dell’allergia al nichel?

Talvolta si sente parlare di intolleranza al nichel, ma a questo riguardo occorre fare una precisazione. Quella al nichel non è un’intolleranza, ma un’allergia, ossia una reazione che coinvolge il sistema immunitario.

Una delle manifestazioni correlate a questo tipo di allergia è la dermatite da contatto, un eczema che compare a distanza di 12-48 ore dal momento in cui si è verificata l’esposizione e che permane fino a 2 settimane dopo. Lo sfogo è associato a prurito intenso, bruciore, arrossamento e secchezza cutanea. L’allergene più frequentemente correlato all’insorgenza della dermatite da contatto è proprio il nichel.

Più in generale, questa sostanza può essere responsabile della cosiddetta Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel (SNAS). Oltre alla dermatite da contatto, questa sindrome comprende sintomi gastrointestinali (diarrea, nausea, dolori addominali, bruciore di stomaco), neurologici (cefalea, vertigini) e manifestazioni sistemiche (febbricola, dolori articolari).

L’allergia al nichel viene diagnosticata principalmente attraverso l’osservazione dei sintomi e la ricostruzione dei comportamenti della persona che ne soffre, ossia su base clinica.

Inoltre, è possibile ricorrere al patch test: un cerotto contenente una pomata a base di nichel viene applicato sulla schiena del paziente per verificare se, a valle del contatto, si scatena una reazione allergica.

Infine, si valuta se la somministrazione di una dieta a basso apporto di nichel porti o meno ad una remissione della sintomatologia.

allergia nichel dermatite da contatto

Allergia al nichel: cosa fare?

La prima cosa da fare è capire come evitarla e allontanare tutte le possibili fonti di questo metallo o utilizzare presidi protettivi quando è indispensabile venirne a contatto. A questo scopo è possibile impiegare guanti in lattice monouso oppure, in caso di allergia al lattice, guanti in nitrile.

In alternativa, si può ricorrere all’applicazione di una crema a effetto barriera come A-Derma Dermalibour Crema Barriera  che isoli la cute proteggendola dal contatto con l’allergene o con altre sostanze irritanti. Si tratta di prodotti generalmente a base di ossido di zinco, che comprendono anche la comune pasta all’acqua usata al cambio di pannolino nei più piccoli.

Si può eliminare il nichel dal corpo? No, questo metallo è presente naturalmente nell’organismo ed è indispensabile per la realizzazione di alcune reazioni metaboliche.

Come si cura l’allergia al nichel?

Quella descritta sopra è una soluzione preventiva, ma quando i sintomi sono già comparsi, cosa si può fare?

Occorre anzitutto agire con una terapia di supporto. Per ridurre il prurito possono essere d’aiuto impacchi freddi e l’applicazione di una pomata lenitiva formulata per pelli atopiche come La Roche Posay Lipikar Baume , priva di profumo e che promuove il ripristino della barriera cutanea alterata dalle lesioni dermatologiche dovute alla malattia e dal grattamento.

Quando la pelle è irritata, è bene evitare i detergenti schiumogeni profumati e scegliere prodotti a base oleosa, che puliscano senza intaccare la composizione del rivestimento epidermico.

Lichtena Lenixer Crema Ristrutturante è un trattamento dermocosmetico specificatamente studiato per la cura della pelle sensibile e secca soggetta ad arrossamenti, irritazioni, desquamazione e prurito. Grazie al suo contenuto in burro di karité, olio di mandorle dolci e olio di riso, ristruttura il rivestimento idrolipidico cutaneo, supportando i sistemi di difesa della pelle. Priva di parabeni, come tutti i cosmetici ideati per le pelli a tendenza allergica, è adatta anche all’applicazione nei bambini.

Se cercate un prodotto pratico, Uriage Xemose Crema Liporestitutiva Anti-Irritazioni è confezionata in un comodo dispenser, viene assorbita rapidamente, non unge e permette di rivestirsi subito dopo l’applicazione.

Quando la dermatite compare sul viso, è consigliabile optare per un’emulsione olio in acqua con una formula arricchita in lipidi vegetali, un cosmetico trattante adatto ad essere applicato in questa area, ad azione lenitiva e nutriente come Ontherapy lenitivo Crema.

Quali farmaci usare per l’allergia al nichel?

Per ridurre il prurito, quando insistente, ed evitare possibili complicanze (come l’eczema infetto) è possibile assumere, sentito il proprio medico, un antistaminico in compresse come Cetirizina My 7 Compresse.

L’applicazione di una crema antistaminica è sconsigliata, in questo caso, perché correlata al rischio di fotosensibilizzazione.

Gli antistaminici possono essere associati a sonnolenza: sono disponibili prodotti nei quali questo effetto collaterale è ridotto al minimo, ma sono tutti dispensabili dietro prescrizione medica.

Nei casi in cui la sintomatologia è molto intensa e l’area interessata dallo sfogo è ampia, il medico prescrive cortisonici per uso topico oppure per bocca.

Cosa non può mangiare chi è allergico al nichel?

Sono molti gli alimenti ad alto contenuto di questo metallo e che devono essere evitati dalle persone allergiche: alcuni frutti (albicocche, fichi, pere, avocado, mirtilli), cereali (avena, grano saraceno, mais, farina di grano intero), verdure (cavoli, lattuga, spinaci, carote, broccoli, patate, cipolle, asparagi, pomodori, legumi (soia, lenticchie, piselli, fagioli, sia freschi che secchi), frutta a guscio (arachidi, noci, mandorle, nocciole), cacao e cioccolato, lievito in polvere margarina, funghi e liquirizia.

Devono, inoltre, in generale, essere evitati i cibi in scatola e il contatto prolungato degli alimenti con pentole e utensili da cucina che contengono nichel. A questo riguardo, è consigliabile utilizzare pentole in vetro pyrex o in alluminio per la preparazione delle pietanze.

Latte e derivati, carne e cibi come riso, cavoli, cetrioli, banane, mele e agrumi sono generalmente molto poveri di questo elemento e quindi possono essere mangiati in relativa tranquillità.

Occorre fare uso moderato di tè e caffè ed evitare il fumo (questo metallo è presente in misura di 1-3 μg per sigaretta).

Preferire l’acqua in bottiglia se non si ha la certezza che quella dell’acquedotto locale sia povera di nichel.

La dieta BraMa-Ni

Queste indicazioni sono parte della cosiddetta dieta BraMa-Ni, che ha preso il nome dei suoi autori (Brama e Maccarinelli), studiata per mantenere l’apporto giornaliero di nichel al di sotto dei 50 μg/die.

Poiché questo schema alimentare non consente il necessario apporto di ferro, è possibile che i soggetti che lo adottano vadano incontro ad anemia sideropenica. Sono disponibili test per la rilevazione rapida a domicilio di parametri che potrebbero essere ricondotti a questa forma di anemia, ma i risultati dovrebbero essere sempre validati dal medico. Se indicato e sentito il parere del medico, può essere assunto un integratore di ferro, come Named Ferronam 28 bustine, che contiene anche vitamina C e acido folico.

La normativa europea sul nichel

La normativa che regola la presenza di questo metallo negli oggetti di uso comune è molto stringente.

L’articolo 67 del Regolamento Reach riguarda le restrizioni imposte al contenuto in sostanze che comportano un rischio inaccettabile per la salute o per l’ambiente. In base al Regolamento, il nichel non può essere utilizzato per la fabbricazione di orecchini e piercing, collane, bracciali, catenelle, cavigliere, anelli, orologi da polso, bottoni, fermagli, rivetti, cerniere e marchi (se applicati agli indumenti).

Per quanto riguarda i cosmetici, è il Regolamento Europeo 1223/2009 ad inserire il nichel nell’allegato II, quello che comprende le sostanze vietate nella formulazione di questi prodotti. Poiché già la legge vieta l’uso di questo metallo nella produzione dei cosmetici, qualsiasi dicitura nickel-free presente nel packaging è ingannevole.

Fonti:

La dermatite da contatto – SIMG – V. Trevisan, S. Ferrucci

Systemic nickel allergy syndrome: nosologic framework and usefulness of diet regimen for diagnosis – M. Braga et al – International Journal of Immunopathology and Pharmacology, 2013

Regolamentazione UE riguardo le sostanze chimiche (Regolamento REACH)

Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici

Pubblicato il 6 Dicembre 2021
Monica Torriani
Monica Torriani

Laureata in Farmacia e abilitata alla professione presso l’Università degli Studi di Milano, è consulente (libero professionista) per la comunicazione nel settore healthcare, con attività ad ampio spettro che include farmaci, prodotti biotecnologici, dispositivi medici, integratori alimentari e cosmetici.

Si occupa della progettazione e realizzazione di contenuti destinati al web e alla carta stampata per diverse testate editoriali (articoli, podcast,...Leggi tutto

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