L’intelligenza artificiale è sempre più presente nei prodotti tecnologici di uso comune. Non fanno eccezione i televisori, dove i miglioramenti a immagini e suoni passano già da tempo attraverso elaborazioni affidate all’AI. Non ci si deve pertanto stupire se i miglioramenti più consistenti introdotti nella gamma TV Samsung 2024 sono legati ai nuovi processori con intelligenza artificiale.
Abbiamo già parlato di come l’intelligenza artificiale viene utilizzata nei televisori. Tutto parte da processori dotati di unità di calcolo dedicate proprio a questo scopo, le NPU che per esteso diventano Neural Processing Unit. Questi chip eseguono tutti i calcoli necessari per gestire le reti neurali, cioè modelli allenati per svolgere elaborazioni specifiche partendo da una serie di dati immessi dall’uomo.
Nel caso dei TV le reti neurali vengono create per agire specificamente su immagini e suoni. Ci sono reti neurali che operano i segnali a bassa risoluzione o HD, portandoli alla risoluzione nativa degli schermi e quindi 4K o 8K. Altre intervengono per ridurre il rumore video, per gestire le sequenze in rapido movimento, per isolare e migliorare i dialoghi e così via.
Disporre di processori più prestanti, con NPU dedicate all’AI, consente di utilizzare un numero più alto di reti neurali e quindi più modelli capaci di ottimizzare efficacemente la qualità video e audio. È proprio su questi punti che si è concentrato il lavoro di Samsung, che ha riversato le sue attenzioni soprattutto sulle due serie Neo QLED 8K.
Sui TV top di gamma 2024, la serie QN900D, debutta il processore NQ8 AI Gen3 con 512 reti neurali. I modelli di fascia immediatamente inferiore, i Samsung QN800D, sono invece dotati del processore NQ8 AI Gen2 con 256 reti neurali. La differenza con i modelli 2023 è netta: sulla serie QN900C, la precedente ammiraglia, è presente il processore Neural Quantum 8K con 64 reti neurali.
Il passaggio dai QN900C ai QN900D ha moltiplicato il numero di reti neurali di otto volte. Cosa implica questo aumento? In pratica si possono usare algoritmi più sofisticati, cioè modelli matematici più efficaci nel raggiungere il risultato desiderato. Facciamo qualche esempio: l’upscaling usa ora modelli dedicati per i volti, che vengono migliorati come risoluzione e dettaglio ma senza snaturare i colori, dato che incarnati troppo carichi sono molto facili da notare a occhio e rendono le immagini artificiose.
Anche gli interventi sulle immagini in rapido movimento hanno tratto giovamento dall’uso dei nuovi processori. Samsung chiama questa funzione AI Motion Enhancer Pro e la applica sia allo sport sia ai titoli dei telegiornali che scorrono sullo schermo. L’AI riconosce oggetti come i palloni e ne aumenta il dettaglio negli spostamenti repentini, evitando al contempo che si generino artefatti.
L’intelligenza artificiale interviene inoltre per dare maggiore profondità alle immagini, separando i soggetti in primo piano wall sfondo, in modo da far risaltare maggiormente le parti dove si concentra l’attenzione dello spettatore. Questa funzione è chiamata Real Depth Enhancer Pro. Ci sono poi tutta una serie di miglioramenti relativi all’audio: si va dal posizionamento dei suoni in relazione alle immagini, con Object Tracking Sound, alla possibilità di rendere più comprensibili i dialoghi in ogni situazione.
Quest’ultima possibilità è affidata ad Active Voice Amplifier Pro, che può anche tenere conto dei rumori presenti in ambiente per compensare il livello delle voci. I nuovi processori sono inoltre capaci di riconoscere il genere dei videogiochi, attivando automaticamente una serie di impostazioni che vanno ad ottimizzare l’esperienza, ad esempio tramite l’enfatizzazione dei suoni, in modo da rilevare la provenienza dei rumori causati da un nemico.
Non potevano poi mancare gli interventi sul risparmio energetico: secondo Samsung si può arrivare a risparmiare fino al 12% di energia rispetto ad un Neo QLED 8K QN800C dello scorso anno. Tutto quello che abbiamo riportato è valido soprattutto per i top di gamma 8K QN900D e anche peri QN800D, seppure con qualche rinuncia. Per le serie 4K di fascia inferiore la forbice rispetto al 2023 si va invece ad assottigliare, dato che i processori sono meno evoluti soprattutto nella gestione delle reti neurali, che infatti scendono a 20.
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