È successo all’ospedale St. Agnes di Baltimora: un drone ha consegnato un rene da trapiantare a un paziente che era rimasto in attesa di un donatore per ben 8 anni. L’organo in questione è stato trasportato per circa 10 minuti per una distanza totale di 4,3 km, dall’ospedale di St. Agnes a Baltimora fino all’Università del Maryland, per poi essere trapiantato poche ore dopo il trasporto.
Bisogna però specificare che il drone usato non è un drone commerciale, come per esempio il DJI Mavic 2 Pro presentato lo scorso anno, o il DJI Inspire 2 ben più grande e in grado di sopportare un determinato peso, ma si tratta di un progetto dedicato costruito da zero. Progettazione che si è resa necessaria in quanto un drone commerciale come il Mavic 2 Zoom, è studiato per registrare video e non per portare carichi, oltre al fatto che sarebbero assenti tutti i sensori necessari per il monitoraggio dello stato di conservazione dell’organo.
Il potenziale di questa prima prova è enorme, in quanto non si tratta solo di sperimentare l’effettivo sviluppo tecnologico, ma di poterlo usare per rendere le nostre vite ancora migliori in tutti gli aspetti, compreso l’ambito medico.
Il progetto è stato curato dal Dr. Joseph R. Scalea, che si è anche occupato direttamente del trapianto. Durante un’intervista al NY Times, ha dichiarato che si è occupato della realizzazione insieme a esperti di aviazione e ingegneri, dopo aver potuto constatare come spesso il trasporto degli organi subisca ritardi importanti, che a volte possono essere decisi per salvare delle vite.
Il paziente che aspettava il rene, Trina Glipsy, stava iniziando a perdere le speranze di poterne ricevere uno e dopo l’intervento, andato a buon fine, si è dichiarata felice ed estremamente meravigliata dall’operazione effettuata con il drone.
Nonostante la prova finale possa sembrare banale, ingegneri e tecnici hanno effettuato ben 44 voli di test per oltre 700 ore di lavoro, in modo da poter prevenire qualsiasi imprevisto possibile. Precauzioni necessarie quando si parla di salvare vite umane e proteggere l’organo trasportato, ha dichiarato Anthony Pucciarella, direttore delle operazioni.
Successivamente a tutte le operazioni di test, si è stabilito che il trasporto col drone è meno rischioso e più veloce di un trasporto con ambulanza, oltre a offrire diversi vantaggi, come la possibilità di poter controllare in ogni istante la temperatura, la durata e altre statistiche.
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