Dolby Vision e Dolby Atmos sono due tecnologie che ormai anche i non amanti della tecnologia avranno almeno sentito nominare. Si tratta di tecnologie sviluppate da Dolby per migliorare rispettivamente la riproduzione dei contenuti in HDR e l’esperienza di ascolto, sia per l’home cinema sia per l’ascolto di musica. Inizialmente queste soluzioni erano riservate a prodotti di fascia alta o più di nicchia, come i sistemi home cinema con amplificatore e diffusori acustici separati.
Col tempo la diffusione è però aumentata enormemente, tanto che ormai anche prodotti tutt’altro che costosi supportano una o entrambe le tecnologie Dolby. Ne sono un esempio i televisori Hisense U6K o TCL C645, mentre in campo audio abbiamo speaker wireless come i Sonos Era 300 o la soundbar LG S75Q. Per questo motivo chi vuole fare un acquisto consapevole dovrebbe conoscere sia Dolby Vision sia Dolby Atmos, in modo da capire anche come sfruttarle a dovere.
Dolby Vision è una tecnologia nata per i contenuti video in HDR. Sull’HDR abbiamo realizzato una guida che consigliamo di leggere per capire a cosa serve e come funziona. In pratica HDR permette di rappresentare parti molto scure e altre molto luminose all’interno della stessa immagine. Questo ampio intervallo di informazioni, che include sia il nero assoluto sia il massimo picco di luminanza, prende il nome di gamma dinamica.
Il Dolby Vision nasce per migliorare la visione dell’HDR sfruttando i cosiddetti metadati dinamici. I metadati sono le informazioni che si usano per comunicare agli schermi come rappresentare le parti scure e quelle luminose delle immagini. I metadati presenti nei formati base di HDR sono statici: in pratica sono una media che non varia per tutta la lunghezza del video.
I metadati dinamici possono invece variare arrivando a cambiare potenzialmente anche scena per scena. Questa caratteristica permette di ottimizzare la visione di HDR: sono le informazioni contenute nei video stessi a dire agli schermi come riprodurre al meglio le scene molto scure, quelle molto luminose e quelle miste, operando specificamente su ciascuna di esse invece di applicare una media.
A differenza del formato rivale, HDR10+ (ne parliamo in dettaglio qui), Dolby Vision offre potenzialmente una maggiore precisione nel rappresentare le sfumature di colore, grazie al supporto per una profondità del colore a 12-bit (HDR10+ arriva a 10-bit). Nel corso degli ultimi anni sono poi arrivate due evoluzioni di Dolby Vision: sono Dolby Vision IQ e Dolby Vision con Precision Detail.
Dolby Vision IQ può adattare automaticamente le immagini alle condizioni di luce presenti in ambiente. Questa possibilità viene data grazie alla sinergia con i sensori di luminosità integrati nei televisori. Ne consegue che Dolby Vision IQ non è sempre supportato dato che serve hardware aggiuntivo. Per un approfondimento sul Dolby Vision IQ vi rimandiamo a questo articolo.
Dolby Vision con Precision Detail è l’aggiunta più recente che non modifica il funzionamento di base ma che offre alcuni miglioramenti. In pratica si va ad intervenire soprattutto sui dettagli presenti nelle zone più scure dell’immagine, in modo da renderli più visibili. Il supporto è ancora ridotto: è presente su vari prodotti LG come gli OLED C4 ed è in arrivo anche su altri modelli 2024 come gli OLED Panasonic.
Dolby Atmos è un formato audio che offre un’esperienza di ascolto più coinvolgente anche rispetto ai sistemi di intrattenimento con svariati diffusori acustici, i cosiddetti multi-canale. I modi con cui persegue questo obiettivo sono due: l’aggiunta di una dimensione più verticale e l’aggiunta degli oggetti. La verticalità si raggiunge sfruttando speaker orientati verso l’alto, integrati in TV come i Panasonic MZ2000 oppure in soundbar come la Sonos Arc.
Alzando ancora il livello è possibile acquistare impianti a componenti separati, con amplificatori home cinema e diffusori da posizionare anche a soffitto, per ottenere il massimo della qualità. Gli oggetti sono invece degli specifici suoni che vengono appositamente scelti per conferirgli una collocazione spaziale molto precisa. Esempi di questo tipo possono essere il rumore di un elicottero che si sposta intorno all’ascoltatore oppure alcuni strumenti o un coro cantato dal pubblico a un concerto, se parliamo di musica.
Dolby Atmos non è infatti pensato solo per la visione di film o serie TV ma viene usato anche per la musica: il cosiddetto audio spaziale di cui Apple parla spesso è proprio il Dolby Atmos. La verticalità e gli oggetti permettono di generare una bolla sonora che avvolge l’ascoltatore, posizionandolo al centro dell’esperienza.
Il Dolby Vision è attualmente il formato più diffuso tra quelli con metadati dinamici. Non è sempre presente ma è molto diffuso tra i servizi streaming: c’è su Netflix, Disney+, Apple TV+, Rakuten TV e Prime Video (anche se per quest’ultimo in realtà i titoli sono pochi), per citare i principali tra quelli accessibili anche dall’Italia. Ci sono poi i titoli rilasciati su supporti ottici come Ultra HD Blu-ray e Blu-ray.
Per il Dolby Atmos vale un discorso analogo ma con una postilla aggiuntiva: il catalogo in lingua italiana è davvero risicato: la stragrande maggioranza dei contenuti è purtroppo proposta solo in lingua originale e quindi solitamente in inglese. Ampliando però l’orizzonte con i servizi streaming musicali, si può sfruttare Dolby Atmos ascoltando brani da Apple Music, Amazon Music Unlimited e Tidal Hi-Fi. Come per i film sono poi disponibili concerti o dischi solo audio con Dolby Atmos.
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