Death Stranding: 4 motivi per acquistare il videogioco capolavoro per PS4

Di Candido Romano 24 Novembre 2019
DeathStranding

Death Stranding è il nuovo videogioco per PS4 del popolare game designer Hideo Kojima, ormai diventato una leggenda all’interno di questa industria sempre più competitiva. Si tratta di colui che ha creato la saga di Metal Gear, di cui Metal Gear Solid V rappresenta l’ultimo grande capitolo e Metal Gear Survive il post-Kojima pensato da Konami. L’autore giapponese è sempre stato riconosciuto per aver dato una forte impronta a tutti i suoi giochi e Death Standing non fa eccezione. Siamo di fronte a un capolavoro, sia dal punto di vista grafico che narrativo: ecco quindi 4 motivi per acquistare l’ultima fatica di Kojima Productions.

1- Una trama che tiene incollati allo schermo

Tutte le opere di Hideo Kojima hanno una componente narrativa predominante e questo accade anche per Death Stranding. Non si tratta solo di vivere una grande storia, ma una vera e propria esperienza: protagonista della vicenda è Sam Porter Bridges, interpretato da Norman Reedus, già visto nella popolare serie TV The Walking Dead. Certo, si tratta di una storia molto particolare: l’obiettivo principale è riconnettere tra loro le città degli Stati Uniti, ormai completamente distrutte. Gli umani vivono in piccoli agglomerati totalmente isolati dagli altri. Tutto è accaduto a causa del cosiddetto Death Stranding, l’evento catastrofico che ha connesso il mondo dei vivi a quello dei morti. Durante l’esplorazione  in questo videogioco action adventure si incontreranno diversi altri personaggi, compagni di avventura e nemici, interpretati da grandi attori come Mads Mikkelsen e registi quali Guillermo del Toro e Nicolas Winding Refn. Tutti sono parte di una storia potente, evocativa e che emozionerà tutti i giocatori.

Immagine death stranding

2- Un viaggio emozionante

In molti hanno parlato di Death Standing come una sorta di simulatore di corrieri. Certamente l’esplorazione e le lunghe camminate sulle sconfinate mappe di gioco per recapitare pacchi rappresentano il fulcro del gioco, ma c’è molto di più. Il titolo è innanzitutto diviso in capitoli e la cosa più importante è il viaggio di Sam: il giocatore controllando questo corriere potrà entrare in contatto letteralmente con il mondo dei morti. Durante le lunghe esplorazioni il protagonista porterà con sé un neonato all’interno di un involucro, chiamato BB (Bridge Baby). Sarà proprio il piccolo ad aiutare a captare la presenza delle creature oscure che vogliono trascinare chiunque si trovi nel loro cammino in questo mondo pericoloso. Inizia tutto con la cronopioggia, una pioggia speciale che fa invecchiare. Mentre si trasportano pesanti carichi, si entrerà in contatto con le cosiddette CA (Creature Arenate), delle terribili presenze che vogliono trascinare il protagonista in questa pericolosa dimensione oscura. Ci sarà quindi sempre una buona dose di tensione mentre si naviga per la mappa, cercando il più possibile di evitare queste presenze minacciose.

3- La connessione con gli altri giocatori

Il mondo di Death Standing sembra desolato, in realtà la mappa di gioco è pieno di strutture da poter connettere, nelle quali Sam può lavarsi, riposarsi o ripristinare la salute del BB. Proprio il tema della “connessione” è un altro elemento principale del gioco, anche con gli altri giocatori, grazie al cosiddetto multiplayer asincrono. Non si vedranno altri giocatori sulla mappa, ma si potrà interagire con ciò che gli altri lasceranno sul terreno. Ad esempio si potrà recuperare il carico perduto di un altro giocatore, oppure lasciare apprezzamenti sotto forma di “mi piace” ad altri utenti che hanno costruito un ponte utilizzabile durante le varie scalate. Insomma Death Standing mette in connessione i giocatori, ed è un grande soddisfazione ricevere o dare apprezzamenti ad altri per il lavoro svolto.

personaggi death stranding

4- Graficamente incredibile

Il lavoro tecnico e artistico svolto da Kojima Productions permette di raggiungere nuovi standard per il settore. Le ambientazioni naturalistiche sono sbalorditive, i dettagli curati nel minimo particolare, anche quelli legati alle espressioni facciali e in generale alla regia magistrale delle sequenze di intermezzo. Questo grazie alle incredibili doti degli sviluppatori, ma anche al motore grafico Decima Engine che gli sviluppatori di Horizon: Zero Down, Guerrilla Games, hanno “donato” al game designer giapponese. Il gioco è magnifico su PS4, ma ovviamente è su PS4 Pro che da il meglio di sé in termini di stabilità e pulizia grafica.

Pubblicato il 24 Novembre 2019
Candido Romano
Candido Romano

Giornalista e copywriter con una grande passione per tutto ciò che è tecnologia e intrattenimento, soprattutto smartphone, tablet e videogiochi, di cui scrive dal 2005. Una passione che porta avanti fin da bambino, quando nella sua stanza entrò il Commodore 64: una folgorazione, che aprì un universo di possibilità.

Classe 1983, fa parte di quella generazione che ricorda un mondo...Leggi tutto

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