Huawei, storia di un brand

Di Candido Romano 12 Maggio 2019
huawei

Huawei è ormai un colosso globale della telefonia, che produce e vende smartphone, tablet, smartwatch e i suoi servizi in 170 nazioni. Un marchio che fino a qualche anno fa, almeno in Italia, in pochi conoscevano. Ora gli smartphone Huawei dominano il mercato, tra cui figurano gli spettacolari ultimi modelli P30 e P30 Pro: la casa cinese si è ormai posizionata come secondo produttore al mondo dietro Samsung. In pochi anni ha scalzato un grande concorrente come Apple: come ha fatto il produttore cinese a conquistare il potere e successo che detiene ora? Ripercorriamo quindi la storia di un brand che ha diversi decenni di storia alle spalle.

Huawei: la fondazione del gigante delle telecomunicazioni

La storia del marchio ha infatti più di 30 anni: Huawei non produce solo smartphone o tablet, ma è soprattutto la più grande società di telecomunicazioni al mondo. Attualmente la multinazionale è leader mondiale di infrastrutture per la ICT e si concentra in diverse aree, come le reti di telecomunicazione, dispositivi intelligenti e servizi cloud. A parte gli ormai famosi dispositivi come l’Huawei Y6 2019, la sua forza sta anche nelle reti e infrastrutture.

L’azienda è stata fondata nel 1987 a Shenzhen dall’allora 44enne Ren Zhengfei, un ex ufficiale dell’esercito popolare cinese, operando proprio nel settore delle comunicazioni e reti. Il nome Huawei deriva dalla somma di due caratteri cinesi: 华 da cui deriva la parola “fiore”, ma spesso viene usato per definire la parola “Cina”. C’è poi 为 che significa “azione”: insieme formano “il successo cinese”, o “l’eccellenza cinese”, anche se non esistono dichiarazioni ufficiali sul significato del nome, si tratta quindi di una interpretazione.

Ren Zhenfei

Inizialmente rivendeva apparati telefonici e centralini importati da Hong Kong: ben presto passò a produrre apparecchi per hotel e piccole imprese, per poi produrre nel 1992 il suo primo centralino digitale. Il modello prendeva il nome C&C08, il primo in Cina e anche il più potente, che si sviluppò soprattutto nelle piccole città e zone rurali. In questo modo Huawei conquista porzioni di mercato sempre più grandi, diventando di fatto molto importante per le comunicazioni cinesi. Il settore intanto cresceva sempre di più e Huawei cominciò ad espandersi anche al di fuori della Cina.

Dal 1997 in poi il successo non si è più arrestato: il primo grande passo fu realizzare una rete di telefonia fissa ad Hong Kong, per poi iniziare la produzione dei primi apparati pensati per la telefonia mobile. Tra il 1998 e il 2003 porta avanti una collaborazione con IBM, molto utile per revisionare la struttura di management interno, ma anche per lo sviluppo dei prodotti. Nel 2000 Huawei arriva in Europa con il primo centro di ricerca a Stoccolma, in Svezia, mentre nel 2002 aumenta i suoi affari del 500% i un solo biennio: la crescita è vertiginosa.

Il 2005 è l’anno invece dei contratti con British Telecom, mentre nel 2008 comincia la costruzione della prima grande rete mobile negli Stati Uniti. Questi e gli anni successivi corrispondono anche all’apertura di diversi centri di ricerca. Oggi Huawei è quindi un’azienda tentacolare, che investe moltissimo anche nelle tecnologie del futuro, dal 5G, passando per il cloud e l’intelligenza artificiale. Ogni anno investe il 10% del suo fatturato in ricerca e sviluppo, ecco perché riesce costantemente ad innovare in moltissimi settori.

Huawei in Italia

In Italia Huawei non ha di certo iniziato con la vendita degli smartphone: arriva ufficialmente nel 2004 e tra il 2007 e il 2009 ha realizzato reti per Telecom in Basilicata, Puglia, Calabri e Sicilia. L’azienda deve essere vista quindi nella sua totalità e l’Italia è un paese strategicamente molto importante: nel 2011 infatti Huawei ha fondato proprio a Milano il Centro Globale di Ricerca e Sviluppo per le Tecnologie Microwave. Questo centro si concentra sulle tecnologie wireless per le applicazioni del 5G.

Poi è stata la volta degli smartphone, prima con modelli di fascia bassa, con cui ha conquistato il mercato, per poi alzare l’asticella da quell’Huawei Ascend P6 nel 2013, una vera rivoluzione, per un dispositivo estremamente sottile: solo 6,18 mm. Quest’anno corrisponde anche con la nascita di un brand spin-off, Honor, molto conosciuto soprattutto dalla fetta più giovane di pubblico. Con questo marchio Huawei ha voluto rivolgersi soprattutto ai nativi digitali, anche se il pubblico si è poi molto allargato. Gli ultimi anni hanno infatti visto una crescita esplosiva di questo band, tra cui figurano magnifici modelli come Honor 10 e Honor View 20.

honor brand

Nel 2014 arrivano anche l’Ascenda P7 e Mate 7, smartphone che integra il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali. Lo stesso anno si comincia a intravedere una forte crescita in Italia, dato che la casa cinese celebra il primo milione di unità vendute.

Ma è dal 2015 che il brand comincia a riposizionarsi anche verso la fascia più alta del mercato, con dispositivi sempre più belli e performanti. Il punto di svolta sicuramente è arrivato nel 2016 con la presentazione di Huawei P9, uno smartphone molto performance ancora oggi. Insieme alla versione Plus introduce per la prima volta la doppia fotocamera posteriore, sviluppata insieme a Leica. Un trend ora adottato praticamente da tutti i produttori, su tutte le fasce di mercato, tranne che da Google con i suoi Pixel 3, che sfruttano soprattutto l’intelligenza artificiale.

Gli ultimi anni son stati infine costellati da uscite sempre più vicine, sia da Huawei che da Honor, tra cui i fantastici Huawei Mate 20 Pro e Honor Play, a sottolineare ancora la grande presenza e potenza del brand in questo settore, che continuerà ancora per molto tempo. Il futuro è rappresentato dagli smartphone pieghevoli e il brand non si è fatto trovare impreparato con Huawei Mate X.

Huawei mate x

Pubblicato il 12 Maggio 2019
Candido Romano
Candido Romano

Giornalista e copywriter con una grande passione per tutto ciò che è tecnologia e intrattenimento, soprattutto smartphone, tablet e videogiochi, di cui scrive dal 2005. Una passione che porta avanti fin da bambino, quando nella sua stanza entrò il Commodore 64: una folgorazione, che aprì un universo di possibilità.

Classe 1983, fa parte di quella generazione che ricorda un mondo...Leggi tutto

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Commenti

rolando pozzoli
2 Novembre 2019, 10:10

interessante aiuto per capire meglio le evoluzioni tecniche del settore,
grazie

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