Nel tempo, Apple ha proposto varie tipologie di porte di ricarica e cavetti per i propri iPhone. Su iPhone è prima arrivato il cavo Dock a 30 pin e, con iPhone 5 si è passati alla porta Lightning. Abbiamo visto montata questa porta anche sugli ultimi iPhone 14, iPhone 14 Plus, iPhone 14 Pro e 14 Pro Max. Ma cosa ci riserva il futuro?
Già con iPod, Apple aveva ideato un connettore proprietario in grado di trasferire dati, musica ed energia. Parliamo del connettore Dock. Si trovava su moltissimi accessori per i prodotti Apple tra cui alcuni speaker, anche di terze parti, oltre che basette di ricarica.
Purtroppo era un connettore molto grande e poi non così veloce. Tra le altre cose, si trattava di un collegamento piuttosto delicato che, con il passare del tempo, Apple ritenne obsoleto.
L’ultimo iPhone ad integrare questa porta è stato il 4s introdotto nel 2011 che ha poi lasciato il posto ad iPhone 5.
Correva l’anno 2012 e il mondo Android utilizzava il connettore micro-USB. In molti chiedevano a gran voce che la tecnologia si uniformasse all’utilizzo di un unico connettore in modo da facilitare le operazioni di ricarica.
Apple, che solitamente ha sempre preferito le soluzioni studiate dall’azienda stessa, decise che il connettore micro-USB non fosse quello giusto da integrare nei propri prodotti. Introdusse quindi il connettore Lightning.
Si tratta dello stesso connettore che, anche oggi, si trova su iPhone. Per l’epoca, un connettore reversibile era quasi un’utopia. Eppure, Apple convinse il mercato, decine di appassionati accolsero con entusiasmo questa novità.
Ancora oggi, in molti però soffrono del fatto che i cavetti debbano per forza essere certificati da Apple per funzionare correttamente con iPhone. L’azienda infatti per anni è riuscita a mantenere un vero e proprio business che impedisce a produttori terzi di produrre cavetti in totale autonomia: ciascun prodotto Lightning deve essere certificato da Apple affinchè funzioni correttamente.
Questo potrebbe anche essere il motivo per il quale la stessa Apple abbia mantenuto il connettore su iPhone ancora oggi. Effettivamente, il Lightning è ormai obsoleto: è fermo allo standard USB 2.0 e non riesce a raggiungere le velocità di ricarica dell’USB-C.
Il primo dispositivo ad adottare la porta USB-C lanciato da Apple è il MacBook 2015. Si trattava di un prodotto molto compatto, con un unico ingresso, ma che proponeva un nuovo modo di intendere le porte su un computer portatile.
L’USB-C è poi arrivato su tutta la linea di Mac oltre che su tutti gli iPad. All’appello manca solo iPhone e i relativi accessori.
Il 2023 probabilmente sarà l’anno in cui Apple lancerà il primo iPhone con USB-C a bordo. Gli enti regolatori sia in Europa che in USA hanno fortemente spinto le aziende all’adozione di questo standard che, tra qualche tempo, diventerà obbligatorio.
Da un lato, per iPhone vorrà dire raggiungere velocità di scambio dati più elevate via cavo, forse velocizzerà il processo di ricarica rapida e permetterà una maggiore compatibilità con cavetti di terze parti.
Di contro, questa “imposizione” potrebbe limitare l’innovazione già vista con proposte come la porta Lightning. Probabilmente sarà meno appetibile per molti provare a sviluppare tecnologie alternative all’USB-C.
In realtà, la stessa Apple ha un progetto alternativo: il MagSafe. Questo connettore per la ricarica wireless di iPhone è stato introdotto con iPhone 12 ed è sia compatibile con lo standard Qi che con i prodotti Apple studiati ad-hoc. L’azienda ha quindi un asso nella manica che, probabilmente, contribuirà come spunto a spingere il più possibile sul pedale dell’innovazione tecnologica.
Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro in termini di connettività via cavo, ma la sensazione è che con l’USB-C abbiamo trovato una pace che durerà per anni. Nel futuro, probabilmente, saranno le tecnologie senza cavo a rimpiazzare l’USB-C.
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